Non solo teatro, sotto l'Apollo spuntano le mura antiche della città

Le mura aragonesi
Un viaggio fra l’età ellenistica e l’età moderna. Questo hanno restituito alla città gli scavi per il restauro del teatro Apollo, inaugurato il 3...

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Un viaggio fra l’età ellenistica e l’età moderna. Questo hanno restituito alla città gli scavi per il restauro del teatro Apollo, inaugurato il 3 febbraio scorso. Per godere pienamente di quel viaggio, il progetto è stato anche modificato, trasferendo i camerini da una parte all’altra del sotto-palco, per lasciare a vista le mura medioevali, e modificando l’assetto del foyer.

A circa due metri sotto la superficie di cantiere è emerso un potente strato di tufina battuta che gli archeologi hanno letto come il piano di frequentazione dell’area di pertinenza del castello Carlo V nella sua fase aragonese. E di quella fase sono testimonianza anche interi blocchi di mura, visibili al pubblico (le foto sono state scattate dallo storico Gianni Binucci). Più sotto, sono stati messi in luce una serie di strati di riporto che hanno restituito materiali cinquecenteschi tra cui una moneta di Giovanna di Spagna, madre e tutrice di Carlo V.
La relazione archeologica racconta poi delle testimonianze di età pre-angioina, come una moneta di Enrico VI e Costanza d’Altavilla. Ancora. Sotto il vano scale sud sono stati rinvenuti un fossato aragonese e lo scheletro di una giovane donna, in ottimo stato di conservazione, con accanto un corredo di due orecchini d’argento e pendenti.
Nel 2009, sempre durante i lavori di restauro, gli archeologi della soprintendenza hanno trovato due sarcofaghi risalenti al III secolo avanti Cristo. Dentro hanno riposato nella Storia due scheletri. Uno di questi apparteneva a un bambino. E poi ampolle, collane, braccialetti e monete, che nell’antichità si riteneva servissero al defunto per varcare le soglie dell’aldilà. Anche per quel ritrovamento il cantiere di restauro - costato in tutto 12 milioni - accumulò ritardo.

Poi, più di recente, a cavallo fra il 2015 e il 2016, un’altra scoperta, un altro pezzo della storia della città riaffiorato. A ricomporre un mosaico che, da solo, non smette di stupire chi abita Lecce e chi la viene a visitare. Negli scavi, infatti, le fondamenta del teatro hanno rivelato molti tesori: non solo mura di età angioina e aragonese, ma anche strutture murarie di età ellenistica, cioè realizzate nei tre secoli di storia che separano la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) dalla battaglia di Azio (31 a.C.) con la quale i Romani si assicurarono il predominio sull’Egitto. Sono mura che raccontano tutte le età di Lecce, i popoli che l’hanno abitata. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia