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Vittima del Covid nel reparto di oncologia del Vito Fazzi di Lecce dove si era recata per combattere un tumore. La triste storia di Stella Nobile, la 62enne di Copertino deceduta lo scorso 10 marzo per le complicanze del virus, rientra purtroppo tra i sei casi di persone morte tra le 18 contagiate dal Covid nel reparto del nosocomio leccese, e su cui la Procura di Lecce che ha già avviato un'inchiesta, potrebbe accendere un ulteriore faro nei prossimi giorni dopo la denuncia che le figlie, Selene e Romina, in cerca di verità, hanno affidato all'avvocato Laura Alemanno.
IL RACCONTO
«Dopo una serie di controlli e indagini, siamo venute a conoscenza della diagnosi della malattia di nostra madre - raccontano le due figlie - iniziò così il percorso terapeutico e il primo ciclo di chemioterapia. La malattia purtroppo però aveva causato una disfagia, il che portava la mamma a nutrirsi davvero poco, quindi seguendo il consiglio dei medici l'abbiamo portata al pronto soccorso del Vito Fazzi». Da qui inizia il ricordo delle due donne sul calvario vissuto dalla madre con il ricovero in ospedale il 25 febbraio. «Le ore al pronto soccorso, in sosta per il tampone, sono state all'incirca dieci.
LA SITUAZIONE PRECIPITA
Il 2 marzo poi l'aggravarsi delle condizioni di salute della donna alla quale viene riscontrata la positività al coronavirus. «Nostra madre notò il passaggio nel corridoio del reparto di un paziente in una barella di biocontenimento, e poco dopo tutti gli altri degenti sono stati sottoposti ad un nuovo tampone. A distanza di ventiquattro ore anche Stella era positiva. Quindi è stata trasferita con la sua compagna di stanza nel reparto di pneumologia del Dea. Nei giorni successivi il repentino peggioramento». Tra attese, paure e miglioramenti sullo stato di salute della madre che non arrivavano. «Abbiamo aspettato impazientemente quell'unica e frettolosa chiamata degli oncologi, gli stessi che ci avevano incoraggiati e tranquillizzati sullo stato di salute di nostra madre al momento del ricovero. Improvvisamente invece la malattia era progredita. Nostra madre è morta il 10 marzo, da sola, senza che ci venisse consentito di salutarla».
LA DENUNCIA
Ora dunque la richiesta della famiglia, rappresentata dall'avvocato Laura Alemanno, è pronta a finire sul tavolo degli inquirenti. «Stiamo preparando una minuziosa e dettagliata denuncia con l'intento di fornire ogni elemento utile che porti a far luce sulla vicenda - ha chiarito la legale - ci affidiamo alla magistratura con totale fiducia, affinchè indaghi e verifichi se vi sono state responsabilità anche solo organizzative. Non è tollerabile che si contragga il virus in ospedale. Se leggerezze nei comportamenti vi sono state saranno individuate per chiarire le cause della morte di Stella». Intanto, in attesa che il sesto esposto venga depositato in Procura, prosegue l'indagine sui protocolli anticovid adottati nel polo Oncologico dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, da parte dei carabinieri del Nas che ne hanno chiesto l'acquisizione su delega del pubblico ministero della Procura di Lecce, Donatina Buffelli. Sotto i riflettori le misure a protezione dei pazienti e del personale, adottate con la conoscenza acquisita in questo primo anno di emergenza sanitaria e le istanze di chi chiede di capire se gli ultimi sei decessi nell'oncologico siano stati causati dalla pandemia.
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