Quattordici fermi sono stati eseguiti dei carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di Casarano (Tommaso Montedoro più altri tredici) per il tentato...
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L’indagine ha documentato il processo di riorganizzazione del sodalizio mafioso diretto da Tommaso Montedoro, attivo su Casarano e nei comuni limitrofi.
Le indagini che hanno portato al provvedimento sono connesse anche all’omicidio di Augustino Potenza avvenuto nell’ottobre 2016 sempre a Casarano. Per Montedoro recentemente è stata confermata in appello la condanna in relazione a dei casi di omicidio nel clan del brindidino Vito Di Emidio.
I fermi riguardano Cosimo Damiano Autunno, di Matino; Sabin Braho, albanese; Ivan Caraccio, 30 anni, di Casarano; Andrea Cecere, 37 anni, di Nardò; Giuseppe Corrado, di Supersano; Carmelo Salvatore Crusafio; Luca Del Genio, 26 anni, di Casarano; Antonio Andrea Del Genio; Eros Fasano; Eljos Fasku, albanese; Domiria Lucia Marsano, di Lecce; Tommaso Montedoro, di Casarano; Marco Petracca, di Casarano; e Lucio Sarcinella.
L'inchiesta è condotta dai pubblici ministeri Guglielmo Cataldi e Massimiliano Carducci.
Il provvedimento di fermo in luogo di un'ordinanza di custodia cautelare è stato preso per accelerare i tempi: sembra infatti che si stesse preparando un omicidio. Nel gruppo dei quattordici - hanno spiegato gli investigatori - figurerebbero infatti sia la vittima designata (Ivan Caraccio), sia i possibili esecutori.
Il motivo scatenante della faida riguarda il monopolio del mercato degli stupefacenti (un giro d'affari che viaggia sui 750mila euro in pochi giorni). Caraccio si è salvato perché è stato arrestato dai carabinieri che avevano trovato la droga (nascosta nelle vigne) grazie ai cani antidroga.
Il destino di Caraccio era stato designato: doveva sparire. Sarebbe diventato un caso di lupara bianca: i killer si erano procurati dei teli per far sparire il cadavere.
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Quotidiano Di Puglia