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Sorpresa al tavolo del ristorante. Il prezzo dei piatti è molto più alto rispetto a quanto pubblicato sul menu on line. Accade, nell'era digitale, che per scegliere un posto in cui andare a pranzo o a cena si faccia una ricerca on line e si sbirci anche il menu - e relativi prezzi - prima di prenotare un tavolo. Di ristoratori «truffandini» parla lo Sportello dei Diritti di Giovanni D'Agata.
I conto salato
Accade però che quando arriva il momento di pagare, i conti non tornino. Anzi, lievitano. La denuncia arriva dallo Sportello dei Diritti che ha registrato la brutta avventura accaduta «ad un affezionato lettore che ci ha segnalato quanto accadutogli in un noto locale di una marina leccese con tanto di foto», denunciano i consumatori in un comunicato stampa.
«“È “normale” che un locale pubblicizzi sul sito un menu e poi al tavolo te ne presenta uno completamente diverso con maggiorazioni fino al 50%??? Puoi intervenire tu?”.
«Continueremo a vigilare ed eventualmente denunciarle alle autorità competenti, tra cui quella giudiziaria, per evitare che si continuino a perpetrarle a danno di clienti meno accorti del cittadino che giustamente si è sentito fregare e ha voluto che fosse resa pubblica quest’odiosa malpractice».
La posizione di Fipe Confcommercio
Sulla questione ha provato a fare chiarezza Danilo Stendardo, presidente Fipe Confcommercio. «Sinceramente in associazione non sono arrivate mai segnalazioni di questo tipo. Non credo ci siano ristoranti che adottino questo modus-operandi per raggirare i clienti - dichiara -. Non credo si possa affermare che nel Salento i ristoranti si comportino in questa maniera, anche perché sarebbe controproducente per il loro lavoro, la clientela si allontanerebbe e sarebbe ancora peggio. In minima parte potrebbe anche essere possibile che qualcuno faccia il furbo - conclude Stendardo -, ma la stragrande maggioranza dei ristoranti e dei locali si comportano correttamente. A noi non risulta assolutamente un comportamento del genere».
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