Anche un detenuto condannato al carcere duro del 41bis, condannato all'ergastolo per omicidi e altri reati di rilievo, aggravati dal metodo mafioso, ha diritto ad ottenere il...
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Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria aveva evidenziato «il grave rischio per l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica poiche' la presenza del condannato in una pubblica cerimonia avrebbe creato turbamento propria nell'area geografica dove l'organizzazione criminale è più forte». Al detenuto non era stato concesso nemmeno di andare sulla tomba del fratello, a esequie avvenute, e sotto scorta. Questa decisione non e' stata condivisa dalla Suprema Corte che ha fissato il principio di diritto per cui: "Rientra nella nozione di evento familiare di particolare gravita' eccezionalmente idoneo, ai sensi dell'art.30 secondo comma della l.26 luglio 1975, n.254, a consentire la concessione del permesso di necessita', la morte di un fratello in conseguenza della quale il detenuto richieda la possibilita' di unirsi al dolore familiare, in questo risolvendosi la sua espressa volonta' di pregare sulla sua tomba, giacche' fatto idoneo ad umanizzare la pena in espiazione ed a contribuire alla sua funzione rieducativa". Ora il magistrato di sorveglianza deve rivedere il suo 'no'. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia