Lecce, omicidio del madonnaro: 23enne condannato a 9 anni

Lecce, omicidio del madonnaro: 23enne condannato a 9 anni
È stato condannato a nove anni di reclusione l'imputato reo confesso dell’omicidio del “ madonnaro” Leonardo Vitale, 69 anni, di Oria, aggredito...

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È stato condannato a nove anni di reclusione l'imputato reo confesso dell’omicidio del “ madonnaro” Leonardo Vitale, 69 anni, di Oria, aggredito la notte del 4 ottobre del 2021 a Lecce e morto sei giorni dopo. Mamadou Lamin, 23 anni, senegalese, è stato processato con rito abbreviato e il gup, Marcello Rizzo, ha emesso la sentenza ritenendolo responsabile di omicidio preterintenzionale e rapina aggravata. È stato anche previsto un risarcimento del danno pari a 400mila euro per l'unico figlio.  L'inchiesta era stata coordinata dal pm Giorgia Villa (che aveva chiesto una pena di 10 anni) e condotta dai poliziotti della Squadra mobile di Lecce. 

L'aggressione

Vitale fu aggredito per essere rapinato del trolley dove teneva un sacchetto con una 40ina di euro in spiccioli. Lamin lo uccise ma non era questa la sua intenzione.
Furono quei filmati acquisiti dagli investigatori a risolvere un caso che un anno fa aveva scosso la città di Lecce che aveva accolto Vitale e i suoi disegni di madonne e santi nellevie pedonali. Fra via Trinchese e viale XXV Luglio, la sua “location” e proprio qui i primi filmati lo mostrarono seguito da un ragazzo con una felpa bicolore con bande più chiare sulle spalle, pantaloni scuri, sandali, in spalla uno zaino grigio con profili rosso-arancio e l’inconfondibile taglio di capelli stile mohicano.

Il movente e la confessione

Lamin lo seguiva dopo averlo notato in un take away di kebab pagare la consumazione con il denaro preso da un sacchetto colmo di monetine e poi riposto nel trolley dove aveva i colori e tutto il necessario per le sue opere da strada. Le telecamere li ripresero ancora uno dietro l’altro lungo la strada che giunge alla stazione ferroviaria, viale Oronzo Quarta e poi ancora nell’ultima traversa a destra, in via Don Bosco con Lamn che fugge con il trolley di Vitale. Poco più avanti l’imputato rubò una bicicletta da un condominio e si allontanò.
«No, non volevo fargli male, non volevo ucciderlo», la sua confessione. «Volevo solo i suoi soldi. Gli ho strappato di mano il trolley, è caduto ed ha battuto la testa».

I legali

L’imputato è difeso dall’avvocato Alessandro Stomeo che aveva chiesto nella sua arringa la riqualificazione dell'accusa in morte come conseguenza di altro delitto. La famiglia di Vitale si è affidata all’avvocato Raffaele Pesce. 

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Quotidiano Di Puglia