Lecce, mercatino multietnico: la spuntano i commercianti. Sospeso lo sgombero deciso dal Comune

Lecce, mercatino multietnico: la spuntano i commercianti. Sospeso lo sgombero deciso dal Comune
La prima sezione del tribunale di Lecce sospende l’ordinanza di sgombero del Mercatino etnico emessa lo scorso 15 giugno e condanna il Comune alle spese del doppio grado di...

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La prima sezione del tribunale di Lecce sospende l’ordinanza di sgombero del Mercatino etnico emessa lo scorso 15 giugno e condanna il Comune alle spese del doppio grado di giudizio. Il pronunciamento mette al riparo l’attività degli oltre 30 commercianti consorziati che domani insieme alla loro rappresentante, Veronica Merico, svolgeranno nello spazio mercatale una conferenza stampa ad hoc. Si tratta di una vicenda che si trascina tra le polemiche da ormai diversi anni. E che nel corso della scorsa estate è tornata d’attualità per effetto dell’ordinanza di sgombero del Comune motivata in ordine all’avvenuta scadenza del termine di affidamento fissato dal bando di aggiudicazione risalente al 2014 (dunque promosso dalla precedente amministrazione), al quale, però, i commercianti e artigiani si sono subito opposti con un ricorso urgente che, dopo la pronuncia di diniego del 4 agosto, a seguito del successivo reclamo, è stato integralmente accolto.

 

La tesi dei commercianti

 

È stata accolta la tesi - subito esposta dai consorziati a giugno scorso - secondo la quale il Comune, dopo l’affidamento dello spazio, non ha mai, pur sollecitato a farlo, sottoscritto regolare contratto con la parte aggiudicataria. Ragion per cui, al “Mercatino” non è oggi in alcun modo contestabile l’assenza di titolo legale funzionale all’occupazione dell’area. Spiegano gli avvocati Roberto De Giuseppe e Alfonso Basta che hanno difeso in consorzio in giudizio: «Il tribunale - affermano - ha sottolineato che “non può contestarsi al Consorzio l’abusività dell’occupazione, considerato non solo che i posteggi risultano occupati dai legittimi assegnatari, selezionati all’esito della gara pubblica indetta nel 2014 previa verifica dei requisiti soggettivi previsti, ed immessi nel possesso dello stesso ente locale in epoca imprecisata, ma soprattutto che l’assenza del titolo è dipesa dal fatto dello stesso Comune di Lecce, il quale non risulta aver mai formulato alcun invito alla stipula ed eventuale richiesta di integrazione di dati anagrafici o documenti, nemmeno ad evasione delle sollecitazioni all’adempimento formulate dal reclamante tra il 2016 e il 2018”». Pertanto, esclusa l’abusività dell’occupazione, «il tribunale - proseguono i legali - ha ritenuto insussistente «anche il potere dell’amministrazione comunale di emettere atti autoritativi per il conseguimento della disponibilità di un bene immobile».

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Quotidiano Di Puglia