Cercarono di estorcere denaro a un negoziante e non si fecero particolari problemi a sparare in pieno giorno verso il giovane che era accorso in difesa del commerciante. Per sei...
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Si è chiusa ieri sera la discussione sulla estorsione ed il tentato omicidio, aggravati dal metodo mafioso, del 16 maggio di due anni fa in corso Galiano. Il pubblico ministero della Procura di Lecce, Stefania Mininni, ha chiesto 30 e 24 anni di reclusione rispettivamente per Angelo Caci, 50 anni, di Gela (in provincia di Caltanissetta); e per Francesco Russo, 68 anni, di Nardò. Tentato omicidio ed estorsione, con la mafiosità, le accuse.
Per la sola estorsione, con la stessa aggravante, il magistrato che ha condotto le indagini con i carabinieri del Nucleo investigativo ha indicato quattro imputati: Giampiero Russo, 30 anni, di Nardò, figlio di Francesco: 13 anni di reclusione, la richiesta. Giuseppe Calignano, 30 anni, del posto, nonché Rocco Falsaperla, 47 anni, di Gela: dieci anni a testa.
Infine il magistrato ha invocato quattro anni di reclusione per la ragazza cubana finita sotto processo per difendersi dall’accusa di favoreggiamento: Evilsys Pimentel Roque, 47 anni.
Con le richieste di assoluzione si sono concluse le arringhe degli avvocati difensori Giuseppe Corleto, Luigi Corvaglia, Francesca Conte, Stefano Pati, Alberto Paperi e Davide Vitali.
Si torna in aula lunedì per la sentenza.
I fatti si verificarono a maggio di due anni fa. Il colpo di pistola fu esploso alle 11 del mattino. L' epilogo di una vicenda che era iniziata un paio di giorni prima, quando Giampiero Russo, Falsaperla e Calignano si presentarono in un negozio di animali domestici di Nardò per chiedere il “pizzo”. «Mi manda zio Angelo - avrebbe detto Russo - entro questa sera mi devi dare 500 euro. Altrimenti ti fai le valigie e te ne vai». La richiesta sarebbe stata ripetuta la mattina del 16 maggio da Caci e Francesco Russo. Il commerciante venne picchiato e minacciato nuovamente.
Ma la vicenda ebbe uno strascico ancora più violento. Più tardi, in quella stessa mattina, un 27enne neretino, Giovanni Calignano, intervenne in difesa del commerciante. E si beccò una pallottola in pieno petto, che colpì di striscio l’aorta addominale.
L’episodio fece temere una nuova guerra tra clan della criminalità organizzata locale, ma le indagini permisero di ricostruire nei minimi dettagli la genesi di quell’agguato. E di stringere il cerchio sui presunti responsabili del tentato omicidio e dell’estorsione.
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Quotidiano Di Puglia