Operazione Labirinto, sigilli a imprese, società e agenzie di scommesse dei clan per oltre sei milioni di euro

Ieri le manette, oggi il sequestro di beni per oltre sei milioni di euro. I carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Lecce stanno dando esecuzione a un decreto di...

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Ieri le manette, oggi il sequestro di beni per oltre sei milioni di euro. I carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Lecce stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Sigilli ai beni di Saulle Politi, ritenuto a capo di un clan affiliato ai Tornese di Monteroni e arrestato, il 2 luglio scorso, insieme a un altro boss del nord Salento, Vincenzo Rizzo, anche lui ritenuto vertice di un sodalizio criminale che gestiva il traffico internazionale e lo spaccio di sostanze stupefacenti e il racket delle estorsioni, in particolare nel settore del turismo e della movida salentine, lungo il litorale ionico.

Nuovo passo avanti, dunque, dopo l'operazione Labirinto del 2 luglio quando i carabinieri hanno stretto le manette ai polsi dei boss e degli affiliati ai due clan, in virtù dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Lecce e nella quale sono stati evidenziati "l’organicità degli indagati ai sodalizi investigati, la situazione di non belligeranza e la loro pervasività sui territori di San Cesario, Gallipoli, Monteroni di Lecce e Lecce".
Le indagini hanno preso le mosse dagli interessi economici del clan Padovano, con a capo Angelo Padovano e Roberto Parlangeli fino al momento del loro arresto nel 2014. Poi l'ascesa di Davide Quintana, anche lui interessato dai sequestri che i carabinieri stanno eseguendo oggi. 
Poi gli accertamenti patrimoniali su Politi e Rizzo hanno documentato redditi non dichiarati e  un patrimonio considerevole che gli inquirenti ritengono sia alimentato proprio dagli introiti delle attività illecite. 
Sigilli quindi, a beni per circa sei milioni. E, in particolare, a 14 società, tre immobili, 14 veicoli, 38 conti correnti finanziari e bancari attivi. 
Sotto sequestro sono finte la società Funny Slot gestita dal fratello di Politi, con sedi a Trepuzzi, Carmiano e Monteroni; il bar “Caffè alla Romana” e l’impresa di commercio all’ingrosso di caffè “Politi Caffè” di Monteroni. A Fabio Rizzo è stato notificato il sequestro di diverse società a lui riconducibili operanti nel settore della distribuzione di carni e alimentari in genere, tra le quali la “Carni e più s.r.l.s.” di Lizzanello, con un punto vendita presso un supermercato a San Pietro Vernotico; 
a Davide Quintana è stata sequestrata l'"Ittica Gallipoli srls”, le cui dinamiche commerciali "si erano caratterizzate per l’inserimento della società in un piano di spartizione del territorio realizzato dai clan indagati, nonché di altre società a lui intestate o riconducibili, operanti nel settore immobiliare e della ristorazione tra le quali la “Mr. Poldo soc. coop.” con sede a Gallipoli.

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Quotidiano Di Puglia