C’è chi si è spinto fino a dire che il centrodestra leccese è morto, con tanto di manifesti ad annunciarne il trapasso. E chi, senza mezzi termini, ha...
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Nel day after i più tengono le bocche cucite. È tempo di riorganizzarsi, provando a superare le divisioni emerse in questi giorni e ricompattando le file in vista del prossimo marzo quando - forti anche dell’esito del voto di domenica prossima per le Politiche - il sindaco Carlo Salvemini porterà in Aula il bilancio di previsione e valuterà, come annunciato, la percorribilità della strada di una alleanza. Non basterà un semplice sì: servirà la sigla di un patto politico fino al 2022 perché il primo cittadino resti al suo posto. Viceversa saranno dimissioni e commissariamento fino alla primavera-estate del 2019. Ipotesi che più d’uno, nella vecchia guardia del centrodestra, ha affermato di preferire all’attuale governo cittadino Salvemini-Delli Noci.
Direzione Italia (Noi per l’Italia) con i consiglieri Angelo Tondo, Attilio Monosi e Andrea Guido ha proposto la sottoscrizione di un patto anti-inciuci. E ieri, Tondo - che peraltro sedeva in Consiglio quando fu sfiduciato anzitempo il padre dell’attuale sindaco, Stefano Salvemini - ha rilanciato:[PALLINOBLU]<MC> «Ritengo che gli spazi di confronto siano ormai ridotti al minimo. E che anche Salvemini dovrebbe firmare il patto anti-inciuci. Questa faccenda poteva essere gestita diversamente sin dall’inizio: il sindaco, che ha per legge la necessità di verificare la possibilità di portare avanti la consiliatura, avrebbe potuto cancellare questi nove mesi, azzerare il programma e riscriverlo in Consiglio con il contributo di tutti. Così non è stato - prosegue Tondo - e ne prendiamo atto. Noi sappiamo bene cosa non bisogna fare: no agli inciuci, sarebbero il peggio per la città. Di eventuali intese, saranno i singoli a rispondere, assumendosene la responsabilità». [/PALLINOBLU]
Forza Italia, dal canto suo, ritiene «inutile siglare patti. La nostra posizione - dice il coordinatore regionale Luigi Vitali - è chiara. Abbiamo suggerito al sindaco di avere rispetto e considerazione della maggioranza consiliare votata dai cittadini e abbiamo ottenuto una risposta sprezzante. In occasione della discussione sul bilancio, le sue direttive saranno ribaltate dal centrodestra e lui dovrà trarne le conseguenze. Oppure, se si sente così sicuro di vincere le elezioni, chiami i suoi e li faccia dimettere. Questa consiliatura, comunque - conclude - non riuscirà a portarla a termine».
Più moderata la posizione del capogruppo di Grande Lecce, Antonio Finamore: «Avrei di gran lunga preferito mandare a casa Salvemini adesso, che non consentire il commissariamento della città. E credo che nemmeno Perrone e gli altri pensino davvero che il commissario sia meglio di questo governo cittadino». Un confronto, sulla linea da tenere d’ora in avanti, non c’è ancora stato: «Non abbiamo ancora parlato del bilancio - spiega Finamore - perché in questi giorni di confronti serrati abbiamo solo lavorato sulle firme».
Dalla coalizione che sostiene la Giunta di Salvemini e del suo vice Alessandro Delli Noci, arrivano parole dialoganti rivolte proprio alla nuova pattuglia di consiglieri di centrodestra. «Deve essere chiaro - dice il capogruppo Pd, Antonio Rotundo - che la linea irresponsabile di Perrone e dei suoi ex assessori porta allo stallo della città e che con loro nessun confronto è possibile. Siamo interessati al contrario a dialogare e ad avviare un confronto alla luce del sole con liste civiche e consiglieri estranei e non compromessi nella gestione fallimentare delle giunte Perrone. Questa classe dirigente - conclude - non ha più nulla da dire alla città».
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Quotidiano Di Puglia