Maxi operazione dei carabinieri e della Direzione Distrettuale Antimafia questa mattina. Fra i trentasette indagati - alcuni dei quali agli arresti, in carcere o ai domiciliari -...
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Secondo gli investigatori, il gruppo mafioso - costituito da molti giovanissimi, leve emergenti della criminalità organizzata - avrebbe dimostrato la capacità di infiltrarsi nel tessuto politico e amministrativo locale. E, in particolare, avrebbe tessuto una relazione di reciproco favore con il sindaco Stefanelli, che è anche consigliere provinciale eletto nella compagine che fa riferimento al primo cittadino di Nardò, Pippi Mellone (del tutto estraneo a questa indagine e all'operazione dei carabinieri, ndr).
Stefanelli, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbe promesso agli appartenenti al sodalizio criminale l'aggiudicazione di vari appalti pubblici, dalla gestione del parco comunale "La Favorita" a quella del chiosco bar che si trova proprio nell'area verde del comune. Non solo. Il primo cittadino avrebbe garantito anche l'affidamento dei parcheggi comunali, impegnandosi in prima persona - spiegano gli investigatori - a superare gli ostacoli burocratici e amministrativi legati alle aggiudicazioni e ottenendo, come favore, il sostegno del clan nelle varie competizioni elettorali che lo vedevano interessato.
Stefanelli sarebbe stato minacciato con un fucile a canne mozze, per problemi burocratici legati alle pratiche per la concessione al clan del parco "La Favorita". Il primo cittadino non ha mai denunciato l'accaduto e, anzi, si sarebbe poi rivolto al clan per alcuni dissidi con i dipendenti comunali. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia