I vigili del fuoco: «Rischiamo ogni giorno la vita per colpa dei criminali che incendiano»

I vigili del fuoco: «Rischiamo ogni giorno la vita per colpa dei criminali che incendiano»
«Sappiamo di rischiare la vita, siamo preparati a questo. E va bene se serve per salvare altre vite umane. Ma rischiare la vita per spegnere delle sterpaglie a cui la mano...

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«Sappiamo di rischiare la vita, siamo preparati a questo. E va bene se serve per salvare altre vite umane. Ma rischiare la vita per spegnere delle sterpaglie a cui la mano umana ha dato fuoco non ci va bene». È l’amaro sfogo di un vigile del fuoco in prima linea nello spegnimento degli incendi in questa estate terribile sul fronte dei roghi nel Salento. Turni da 12 ore che diventano massacranti se i mezzi scarseggiano o sono obsoleti e si rompono nel bel mezzo dell’intervento, se le chiamate sono centinaia e con sole sei squadre attive per ciascun turno sull’intero territorio provinciale (a cui si aggiungono le squadre dell’antincendio boschivo e ora anche i 9 uomini in più della Colonna mobile arrivata da Chieti) non si riesce a intervenire su tutte le segnalazioni.


I vigili del fuoco sono stremati e da settimane i sindacati chiedono rinforzi, più uomini e mezzi meno obsoleti. La rabbia soprattutto, deriva dal fatto che a fronte di ondate di calore anomale, campi abbandonati e ulivi rinsecchiti, nessuna misura straordinaria sia stata adottata per il Salento. che ha già un primato: il maggior numero di interventi per incendi in Italia.

«Una bomba per il territorio»

E adesso i sindacati hanno deciso di passare alle maniere forti: in attesa dell’incontro con il prefetto Maria Rosa Trio, che dovrebbe riceverli all’inizio di luglio, si dicono pronti ad azioni eclatanti. «Fa rabbia constatare - spiega Pasquale Cirillo, segretario provinciale della Cgil vigili del fuoco- come l’abbandono dei campi, gli ulivi disseccati dalla Xylella, l’incuria e il malcostume di bruciare i resti delle potature abbiano innescato una “bomba” senza precedenti sul territorio. Non si riesce a dimostrare che gli incendi siano dolosi, ma l’autocombustione non esiste quindi nella gran parte dei casi dietro i roghi c’è la mano dell’uomo. Il sistema è in affanno: dall’1 giugno al 15 settembre eroghiamo 7mila interventi su incendi estivi, una media di 70 interventi al giorno, che sono pari a dieci interventi al giorno per squadra. Un numero allucinante. Per poter lavorare meglio chiediamo mezzi di alta specializzazione e più uomini».

 

Incendi tre volte superiori rispetto al resto della Puglia

Anche Alessandro De Giorgi, segretario della Uilpa Vf Lecce, torna a chiedere rinforzi che non possono essere gli stessi assegnati alle altre province pugliesi. «L’emergenza Xylella, che direttamente incide sull’emergenza incendi - dice - è una realtà solo del Salento. Il numero di incendi poi è 3 volte superiore rispetto alle altre realtà della Puglia. Domenica, ad esempio, durante le fasi di soccorso, la squadra di Gallipoli è dovuta ricorrere al cambio dei mezzi per ben tre volte! Una situazione paradossale, che mette a rischio la vita non solo di chi si soccorre, ma anche degli stessi Vigili del fuoco». Poi lo sfogo e le richieste: «Lavorare in queste condizioni è inumano. La mentalità “criminale” di “ripulire” i terreni, incendiandoli, figlia dell’ignoranza e non certo della grande cultura del Salento, finirà col mietere vittime, proprio tra chi presta il suo lavoro in soccorso della gente. Occorre fare prevenzione e controllare il rispetto delle norme antincendio». È ora che ognuno si metta le mani sulla coscienza e chi di competenza agisca, assumendosi in caso contrario, tutte le responsabilità qualora un vigile del fuoco dovesse rimanesse vittima delle inefficienze. I vigili del fuoco sono pronti ad azioni di forza».


Nei giorni scorsi anche Giancarlo Capoccia, segretario provinciale del Conapo, era intervenuto sull’argomento sollecitando l’intervento del prefetto e dei vertici nazionali dei vigili del fuoco. «In estate nel Salento - dice - il quadro delle esigenze di soccorso è diverso dal resto dell’anno. Questa situazione causa un sovraccarico di lavoro: basti pensare alla sala operativa 115 che vede impegnati, con turni di 12 ore, solo due operatori che non hanno alcuna possibilità di reggere l’impatto di migliaia di chiamate di soccorso al giorno, con punte di oltre 100 richieste di intervento che rimangono inevase. Questo stato di cose è oramai considerabile un’omissione che comporta responsabilità precise». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia