Gallipoli, l'inchiesta sui parcheggi: «Sfruttamento agevolato dalla mala gestio del Comune»

Gallipoli, l'inchiesta sui parcheggi: «Sfruttamento agevolato dalla mala gestio del Comune»
«Sfruttamento del territorio, per un arco temporale ragguardevole, agevolato dalla mala gestio del territorio costiero da parte delle autorità locali», dice il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Sfruttamento del territorio, per un arco temporale ragguardevole, agevolato dalla mala gestio del territorio costiero da parte delle autorità locali», dice il gip: si parla di abusivismo nei parcheggi, un fenomeno che riguarda praticamente l’intero litorale di Gallipoli. Ma non solo. Non è solo sull’attività dei privati, titolari di aree o gestori di parcheggi che si concentrano le indagini della magistratura, del pm Alessandro Prontera e della guardia di finanza. Ma anche sui permessi concessi dal Comune e sul mancato adeguamento degli strumenti urbanistici per risolvere una volta per tutte la questione. 

Il gip: «Strumenti urbanistici inadeguati»

La premessa dell’intero provvedimento di sequestro che ha riguardato 25 siti, per 80 ettari e complessivi 4.500 posti auto, nei pressi di lidi e strutture varie è la seguente: «Preliminarmente - è riportato dal gip Alessandra Sermarini - si dimostra necessaria una breve digressione in merito agli strumenti di pianificazione urbanistica e costiera del Comune di Gallipoli, in quanto proprio la loro inadeguatezza e assenza ha permesso che nel tempo si consolidasse il modus operandi oggi oggetto di addebito cautelare». 
Del resto l’inchiesta è molto ampia. Sono 39 gli indagati in elenco, nel provvedimento cautelare eseguito martedì mattina. Ma il procedimento originario conta un numero superiore, sono 63: si sta vagliando, insomma, la conformità dei permessi e soprattutto le modalità con cui sono stati rilasciati. Permessi, secondo le contestazioni attuali: «Apparentemente provvisori, poi di fatto permanentemente rilasciati, privi delle necessarie autorizzazioni da parte degli enti preposti». 
«L’assenza dello strumento urbanistico - è precisato nel decreto - e l’inadeguatezza del Prgc a fronteggiare il crescente bisogno di posti auto, ha comportato l’utilizzo improprio dello strumento della delibera autorizzatoria che negli intenti e nel nome si paventava come contingente e straordinaria ma di fatto veniva elevata a prassi concessoria, per oltre un decennio, in violazione delle previsioni normative a tutela del territorio». 

L'analisi parte dal 2013

C’è un’analisi puntuale delle consuetudini più datate (a partire dal 2013) fino a quelle più recenti (fino al 2021). Per sottolineare quanto avvenuto nel tempo. La «conversione» in parcheggi di circa 80 etteari, fornendo «più di 4mila posti auto ogni anno a disposizione di strutture produttive e commerciali». 
Secondo l’impostazione accusatoria, si trattava di terreni agricoli. Tutti sottoposti a vincolo, molti dei quali ricadenti nel Parco naturale regionale “Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo”. Vicini al costone dunale, bene naturale sottoposto a estrema tutela per la sua fragilità. Nell’elenco c’è il Cotriero (situato tra Mancaversa e la zona del Pizzo) di cui è stata avvolta dai sigilli la parte non ancora smontata. Nel mirino il parcheggio del lido delle Bandiere tra Rivabella e Lido Conchiglie, il parcheggio dei lidi della società Costa Brada e delle Sirenuse srl, il parcheggio di Lido Pizzo, l’area sosta alle spalle dei lidi di Baia Verde, Punta della Suina, e di altri stabilimenti balneari.
Nel 2021, rilevano i magistrati, il Comune di Gallipoli ha deciso di modificare il sistema utilizzato negli anni precedenti. Sì alle autorizzazioni per i parcheggi temporanei, ma solo previa acquisizione di autorizzazione paesaggistica, nonché del parere dell’Ente Parco. 

I pareri necessari

Tuttavia, viene fatto notare: «Veniva omesso il parere idrogeologico con la relativa procedura istruttoria». 
Scendendo nello specifico, sono analizzate le singole situazioni. La prima è il parcheggio di Punta della Suina: «Il Comune - scrive il gip - e in particolare l’ente costiero, era ben consapevole della condizione dei luoghi, ovvero del disastroso impatto ambientale causato». 
Insomma: «La sproporzione tra posti auto realmente disponibili e di fatto utilizzati e il limite di carico di un lungo tratto di costa, ha portato nelle ultime due stagioni estive alla distruzione di tratti di costa rocciosa e di deposito antico con abbassamento di decine di centimetri del piano di calpestio, nonché dell’erosione del fronte dunale e dell’utilizzo delle stesse dune, come spiaggia emersa per lo stanziamento dei bagnanti». 
Le esigenze cautelari? Motivate dalla durata (quasi un decennio) scrive il gip, delle presunte illiceità. E dal pericolo che venga «ulteriormente deteriorato l’ecosistema protetto dal vincolo». 


Una prassi - in sostanza - che, a parere di chi ha indagato e del giudice per le indagini preliminari, «ha sacrificato l’interesse della collettività gallipolina di conservazione e valorizzazione del patrimonio, a quello lucrativo in capo a pochi imprenditori». 

 

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia