Gallipoli, politica e imprenditori: «Intrecci perversi e bellezze saccheggiate»

Gallipoli, politica e imprenditori: «Intrecci perversi e bellezze saccheggiate»
Una «osmosi perversa tra pubblici amministratori e imprenditoria, nel territorio di Gallipoli». È la tesi della Procura di Lecce che, nell’analizzare le...

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Una «osmosi perversa tra pubblici amministratori e imprenditoria, nel territorio di Gallipoli». È la tesi della Procura di Lecce che, nell’analizzare le caratteristiche della presunta associazione per delinquere, narra di uno “sfruttamento intensivo delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche gallipoline”, che sarebbero state “saccheggiate” al fine di trarne profitto. Due le ramificazioni, o i tentativi di ramificarsi, stando alle ricostruzioni del pm Alessandro Prontera, condivise dal gip Marcello Rizzo. Una in direzione della politica, con un asse che si dirige da Gallipoli a Bari, passando per Lecce. E con una certa capacità di “spostare pacchetti di voti”. E l’altra indirizzata agli ambienti giudiziari, tramite “dossieraggio” e conoscenze varie per raggiungere in qualche modo i magistrati (senza mai riuscirci). 

L'inchiesta

È il punto più delicato dell’inchiesta condotta dai militari della guardia di finanza di Gallipoli, che ha portato martedì scorso all’esecuzione di dieci misure cautelari: tre arresti ai domiciliari (per gli imprenditori Cesario Faiulo, per l’ex assessore al Turismo, Emanuele Piccinno e per l’ex funzionario regionale Antonio Fasiello), e sette misure interdittive della sospensione dalla funzione ricoperta, dall’incarico o dall’attività imprenditoriale e di divieto di dimora, due delle quali emesse nei confronti di due appartenenti all’Arma dei carabinieri. 
Secondo l’accusa Faiulo e Piccinno «disponevano di plurimi pubblici ufficiali in servizio presso il Comune di Gallipoli, quantomeno compiacenti, se non avvinti da sé di rapporti di corruttela». Ma non solo. Oltre al riferimento alla macchina amministrativa, c’è quello alla politica: «Piccinno - dice il pm - è il collante tra l’imprenditoria e la politica, si pensi ai suoi rapporti con Salvatore Ruggeri (l’ex assessore regionale e senatore, sotto processo per altri fatti, ndr.) e Mario Pendinelli (sindaco di Scorrano, anche lui coinvolto nella medesima inchiesta e prosciolto, ndr.).
Si parla poi di Fasiello, definito il «faccendiere in grado di attivare le sue entrature tanto sino nei gangli più delicati dell’amministrazione della giustizia». 
Obiettivo, quindi la politica, con le pressioni anche sul sindaco Stefano Minerva: «È solo il caso di aggiungere che le indagini - è precisato dal pm - hanno anche restituito la capacità di influenza di Emanuele Piccinno, sebbene dimessosi nel mese di luglio 2018 dalla carica di assessore con delega al Turismo del Comune di Gallipoli, sull’amministrazione comunale della città jonica e sul sindaco, nonché Presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva». 
Viene riportata la trascrizione di una conversazione avvenuta tra Piccinno e Minerva: «Tu non mi hai mandato a casa a me?» dice il primo. «No, te ne sei andato da solo, è diverso». 
«Va bene - aggiunge Piccinno - ma per farti un favore però, io e te lo sappiamo». Minerva risponde: «No tu lo hai fatto perché non ce la facevi più, è diverso». Ancora Piccinno: «È che voglio bene a te e voglio bene a me stesso, questa è la verità». Stando alle contestazioni «il consiglio di dimettersi dalla carica assessorile perveniva a Piccinno dal luogotenente dei carabinieri Salvatore Corrado, che gli aveva riferito di possibili inchieste nei suoi confronti». Informazioni apprese, sostiene il pm, in Procura. 

I pacchetti di voti 

I pacchetti di voti spostati anche con «la promessa di una provvista di denaro» (si parla di interlocuzioni tra Piccinno e l’ex senatore Ruggeri in merito al sostegno elettorale per Pendinelli). Sull’altro fronte il “dossieraggio” sui magistrati: ai raggi x parentele, rapporti e attività di indagine. Fino all’insofferenza nei confronti dell’attività della Procura, sempre secondo l’interpretazione del pm: «Fosse stato in altri momenti - avrebbe detto Faiulo in una conversazione - neppure si sarebbe pensato, di cosa stiamo parlando. Forse un domani quando ci sarà una legge molto chiara, dove dice si può fare questo questo e questo, o forse quando non ci sarà più qualche procuratore caparbio e ostinato contro Dio e contro tutti, può darsi pure che cambiano le cose, o quando l’attenzione sarà rivolta verso altri, oggi purtroppo l’attenzione è rivolta a Gallipoli, verso i dirigenti di Gallipoli, verso gli imprenditori di Gallipoli e ne é prova che non è soltanto da un punto di vista della magistratura ma anche da un punto di vista ... io spero di non essere il solo ad essere tartassato dall’Agenzia delle Entrate». 

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Quotidiano Di Puglia