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Da poco meno di un anno chiede a Poste Vita il riscatto di una polizza di 15mila euro per un 91enne che si trova in una struttura. L'amministratore di sostegno, nonostante la delega del giudice tutelare, non ha ancora ottenuto risposta (o meglio, gli si chiede una identificazione "online" che risulta impossibile). E così ha presentato, quale pubblico ufficiale, un esposto in procura, è stato aperto un procedimento penale per omissione di atti d'ufficio e il pm Massimiliano Carducci ha delegato l’acquisizione del carteggio per effettuare le dovute verifiche.
La storia
La storia giunge da Nardò, l'ufficio interessato è quello di Galatina. Un anziano signore, solo al mondo, percepisce una pensione estera. A un certo punto della sua esistenza, si opta per il ricovero in una Rsa del Salento. Dopo aver lavorato una vita intera, messo da parte qualche risparmio in una polizza, nessuno sospettava ci potessero essere problemi.
La denuncia
Stando a quanto è stato riferito dall’amministratore di sostegno, che ha allegato tutta l’interlocuzione alla querela, la risposta sarebbe stata ripetuta più volte: il beneficiario, cioè l’anziano, dovrebbe recarsi personalmente nell’agenzia per l’identificazione. O effettuare la procedura online.
Impossibile, sempre a quanto è stato rappresentato, sia l’una, sia l’altra soluzione. Il 91enne non è autosufficiente. Ha adesso necessità di pagare le spese per una protesi dentaria e ormai da qualche tempo non riesce più - sempre per il tramite dell’amministratore di sostegno - ad affrontare le spese per la retta della Rsa.
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Quotidiano Di Puglia