Favoreggiamento: è l'accusa da cui dovrà difendersi la moglie dell'uomo sotto processo per aver abusato della figlia per 14 anni. Una violenza dalla quale...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Io, violentata da mio fratello per 10 anni. Mi diceva: è un gioco». Racconto choc di una 22enne
La donna è venuta a conoscenza del fatto di essere indagata al momento di deporre come testimone nel processo in cui è imputato il marito. Come prevede la legge, il pm ha comunicato ai giudici la circostanza dell'iscrizione nel registro degli indagati, e ha informato la donna (difesa dall'avvocato Mario Coppola) della possibilità di non rispondere alle domande. Cosa che in effetti ha fatto. La signora era stata chiamata a testimoniare dalla difesa dell'imputato (assistito dagli avvocati Luigi e Alberto Corvaglia), sulla circostanza del ricovero in ospedale in occasione della seconda gravidanza (la prima si era conclusa con un aborto). L'ipotesi è che la coppia avesse concordato una versione di comodo per allontanare dall'uomo ogni sospetto circa le violenze e la paternità della bimba che è poi nata. Una ricostruzione contestata dall'imputato, che aveva dunque chiamato la moglie a testimoniare.
Una spirale di violenza e abusi inimmaginabile, quella in cui era precipitata la figlia dell'uomo. Dapprima bambina, poi adolescente, aveva dovuto subire le attenzioni malate del padre. Costretta a sottostare alla volontà del papà-orco, che avrebbe abusato di lei fin dalla più tenera età. Le violenze sarebbero andate avanti per ben quattordici anni. La ragazza sarebbe stata violentata almeno due o tre volte alla settimana. Anche con cattiveria, per punirla tutte quelle volte che tentava di ribellarsi. E dietro la minaccia che gliel'avrebbe fatta pagare, ogni volta che la bimba fingeva di stare male - procurandosi conati di vomito - per evitare di stare sola con il padre e sottostare alle sue richieste. Violenze sistematiche, continue, in un ambiente - stando alle indagini della Procura che ora coinvolgono anche la madre - estremamente degradato.
Quando per la prima volta la ragazzina rimase incinta, aveva 15 anni. Fu accompagnata in ospedale per abortire. Ma qualche tempo dopo concepì nuovamente un figlio in seguito alle violenze del padre. Questa volta decise di tenere il bambino. Forse sperando di cambiare vita, di ricominciare da qualche altra parte. Ma l'orrore di quel rapporto incestuoso tornava a tormentarla. Fino a quando le indagini dei carabinieri non tolsero il velo a una vicenda terribile.
Ora quella vicenda è al vaglio dei giudici della prima sezione penale. Intanto nelle ultime ore altri testimoni hanno fornito il proprio contributo. Tra questi, la psicologa che ha assistito la vittima, e che oggi ha confermato l'attendibilità delle dichiarazioni rese all'indomani dell'apertura dell'inchiesta. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia