Fermata dai carabinieri, vuole evitare l'alcol test: «Ho un parente deputato e amici nella Scu». Poi colpisce il militare con un calcio ai genitali

Foto di repertorio
«Sono la sorella di un onorevole». E poi, ancora: «Ho amicizie con persone della Scu». E via calci nei genitali al carabiniere, proteste, sputi e spintoni....

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«Sono la sorella di un onorevole». E poi, ancora: «Ho amicizie con persone della Scu». E via calci nei genitali al carabiniere, proteste, sputi e spintoni. Tutto per una contestazione sul codice della strada e un alcoltest a cui non si era voluta sottoporre.  Una 40enne di Giurdignano è stata sottoposta agli arresti domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale. I fatti si sono verificati ieri in piazza Tamborino, a Maglie, durante un normalissimo controllo stradale.


Stando quanto contestato la 40enne avrebbe usato violenza e minaccia nei confronti di due vicebrigadieri in servizio a Muro Leccese, che le avevano intimato l’alt e avevano proceduto con le verifiche di rito. 

Cosa è successo

La donna, a quanto ricostruito, non aveva voluto sottoporsi all’alcoltest. Uno dei due uomini in divisa stava quindi procdendo a compilare gli atti. A quel punto, la furia: avrebbe prima sostenuto di essere imparentata con u deputato, chiedendo al carabiniere di chiudere un occhio sulla vicenda. Al rifiuto avrebbe quindi detto: «Vi faccio vedere io domani la divisa che portate, la perdete, ve la scordate. Ho amicizie nella Sacra corona unita». 
Né le presunte influenze politiche, né quelle di altra tipologia hanno scalfito l’inflessibilità degli appartenenti all’Arma. E quindi la situazione è degenerata. Verbale strappato, telefonino sottratto e nascosto nel reggiseno. Via con l’auto per fuggire. Bloccata, calci ai genitali e agli stinchi . 
Ancora fuga, dopo l’arresto. Poche ore dopo i fatti, la 40enne si è dovuta presentare in Tribunale, al fianco del suo legale Alberto Corvaglia, per la convalida dell’arresto e il processo per direttissima. 
Dinanzi al giudice monocratico Pietro Baffa, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere, ma ha chiesto scusa ai carabinieri. Il magistrato ha convalidato l’arresto e ha disposto la misura richiesta dal pubblico ministero, cioè gli arresti domiciliari. L’avvocato ha chiesto un termine a difesa per la prosecuzione della direttissima. Il processo è stato già fissato per il prossimo 13 ottobre. 
I militari non hanno per fortuna riportato ferite gravi, dopo la scena di “ordinaria follia” che ora potrebbe costare cara all’indagata che potrebbe anche decidere di rendere dichiarazioni, qualora lo ritenesse, nel corso della prossima udienza. Per difendersi e spiegare il gesto, eventualmente.


A sostegno dell’accusa, il verbale che è stato redatto dai carabinieri in servizio di pattugliamento del territorio, proprio a tutela della sicurezza stradale. 
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Quotidiano Di Puglia