«La festa si farà e la focara sarà ricostruita dall'intera comunità nella giornata di sabato e accesa domenica come tradizione. Se qualcuno pensava di bloccarci, ha...
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«Da un lato è mortificante, ma dall'altro - dice De Rinaldis - è uno di quei gesti che alla fine si ritorcono proprio contro chi li compie. Ci hanno dato una grande opportunità per riscoprici comunità. Noi non molliamo. Reagiremo in maniera forte e insieme a noi tutti i monteronesi. C'è stato un grande scatto d'orgoglio di tutto il paese. Abbiamo ricevuto tantissima solidarietà e disponibilità, dagli amministratori ai semplici cittadini. Davvero una reazione della gente, dei giovani e dei commercianti. Non è stata una ragazzata: chi lo ha fatto l'ha saputo fare cospargendo liquido infiammabile su tutta la base. Lo ha fatto scientificamente e razionalmente per far bruciare il falò per intero e nel più breve tempo possibile. Un atto pensato e deliberato. Non abbiamo mai ricevuto minacce, richieste estorsive o pressioni di alcun genere. È un pesante dispetto che ci riempie di interrogativi. Peraltro, solo la presenza nei giorni scorsi di una tanica piena di carburante nei pressi del falò ci aveva fatto riflettere, ma alla fine abbiamo pensato fosse una donazione anonima in vista dell'accensione del falò. Purtroppo il senso era un altro».
Il comitato conta appena cinque componenti. «Questo è esattamente il 40° anno che realizzo la focara - racconta con gli occhi lucidi Antonio Manca, 67 anni - e non meritavo un regalo del genere. È sconcertante e non so più che pensare: forse alcuni in questo paese sono animati da sentimenti di invidia per quello che siamo riusciti a realizzare, con sacrificio e in solitudine, in tutti questi anni. È emozionante vedere che il paese è con noi. E nonostante sia appena uscito dall'ospedale, sabato sarò di nuovo lì per rifare la focara insieme a tutti coloro che vorranno aiutarci». M.Cai.
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Quotidiano Di Puglia