Due giorni di tramonti mozzafiato: ma il motivo è meno poetico di quanto sembri

Foto: Carlo Elmiro Bevilacqua
Sono stati due giorni intensi per gli amanti di tramonti, e anche per i tanti che come di consueto condividono i trofei della loro caccia fotografica sui social. Due giorni, 30 e...

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Sono stati due giorni intensi per gli amanti di tramonti, e anche per i tanti che come di consueto condividono i trofei della loro caccia fotografica sui social. Due giorni, 30 e 31 agosto, di tramonti indimenticabili sul Salento dei due mari. E non solo: da Taranto lo Jonio ha regalato spettacoli altrettanto indimenticabili.

A ben vedere però il motivo del fenomeno è tutt'altro che piacevole: lo spiegano gli esperti di Inmeteo.it
«In molti, oltre a restare affascinati dal “fenomeno”, si sono chiesti il motivo per cui si sono verificati questi tramonti, così spettacolari e simili anche da zone distanti centinaia di chilometri fra loro. Ebbene - proseguono dal portale -, con pochi dubbi, possiamo affermare che si tratta di un fenomeno ovviamente naturale, ma indotto a sua volta da un fenomeno spiacevole, quale la combustione di numerosi alberi e boschi, martoriati dagli incendi che da giorni stanno colpendo soprattutto il Centro Italia e le zone appenniniche». 
«La spiegazione risiede proprio nella presenza di una grande quantità di pulviscolo originato dai roghi che stanno mandando in fumo la vegetazione al Centro-Sud (una vasta nube di fumo si è resa visibile anche nelle immagini satellitari). Pulviscolo che sale naturalmente di quota: qui entra però in gioco la configurazione barica attuale sull’Italia, interessata da un’alta pressione ormai invecchiata sulla nostra penisola che favorisce un’ampia distribuzione “orizzontale” della polvere, sospinta gradualmente dalle correnti in quota da nord-ovest verso i settori più orientali e soprattutto verso il Sud Italia (questo insieme alla presenza di un’alta quantità di aerosol atmosferico compresso dall’alta pressione stessa, anch’esso responsabile della dispersione della luce con tonalità più rossastre/violacee)».


Un connubio che ha quindi determinato l’effetto ottico della rifrazione dei raggi solari su queste particelle, raggi solari che già di per se, al tramonto, quando il sole è basso all’orizzonte, percorrono una maggiore distanza in atmosfera producendo colorazioni più rossastre (perdono alcune frequenze, precisamente quelle blu-violette, lasciando prevalere le frequenze giallo-rosse). Ecco che abbiamo la colorazione di queste particelle che si comportano un po' come farebbero delle vere e proprie nubi (spesso infatti osserviamo tramonti colorati in presenza soprattutto di nubi alte come cirri, cirrostrati). Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia