Due unità lavorative presso la chiesetta di Santa Maria della Croce (Casaranello), nel Salento, ma uffici comunali carenti di personale. Questa la situazione incredibile...
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Assenteisti in Comune: beccato e sospeso un dipendente
Un dipendente comunale spostato in chiesa e pagato per non fare nulla, insomma. Un classico esempio di spreco delle risorse umane e, forse, anche una situazione di mobbing che non migliora certo l'immagine degli amministratori di Casarano. I sei rappresentanti dell'opposizione (Umberto Totaro, Mauro Memmi, Attilio De Marco, Luigi Bartolomeo, Massimo Leggio ed Emanuele Legittimo) hanno chiesto chiarimenti al sindaco e all'assessore competente perché nella vicenda hanno individuato elementi di disservizio, spreco economico, danno all'immagine del Comune; in più, lede i diritti e la dignità dei dipendenti coinvolti.
«Presso la Chiesa di Santa Maria della Croce (Casaranello) - scrivono i rappresentanti dell'opposizione - risulta già assegnata una figura di collaboratore professionale (cat. B3), ma con ordine di servizio del 13.01.20 è stata inspiegabilmente aggiunta una ulteriore unità (collaboratore amministrativo, cat. B3) sottraendola al servizio di altri uffici comunali, sempre alle prese con carenza di personale (es. ufficio di polizia municipale). Denunciamo anche le scarse condizioni igienico-sanitarie esistenti presso l'ufficio (ovvero la sagrestia della Chiesa di Casaranello), carenti di mobilio e quanto altro necessario al funzionamento di un ufficio pubblico». La chiesa, infatti, è priva di scrivania, computer, collegamento telefonico, materiale informativo sulla Chiesa di Casaranello, riscaldamento, e presenta infissi degradati.
«La seconda unità recentemente aggiunta presso la struttura - continua l'interpellanza - essendo sprovvista delle chiavi della chiesa, nei giorni di rientro pomeridiano (martedì e giovedì) è stata costretta a rimanere fuori dall'ufficio, senza peraltro aver ricevuto dettagliati ordini di servizio sulle proprie competenze e sul lavoro da svolgere».
Questa situazione, secondo i sei firmatari , «è fonte di disservizio e spreco, arreca danno all'Ente ed è lesiva dei diritti e della dignità dei dipendenti comunali in questione, in aperto contrasto con i principi costituzionali di legalità e buon andamento della pubblica amministrazione. Siamo intervenuti - conclude il documento - per chiedere immediata risposta dal sindaco e dall'assessore al personale, costernati nell'assistere ad una evidente situazione di spreco di risorse, ripetiamo, in palese contrasto con i principi costituzionali di legalità e buon andamento della pubblica amministrazione». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia