Saranno le relazioni tecniche e le indagini a chiarire nel dettaglio la causa della deflagrazione che a Porto Cesareo ha rischiato il ferimento di zio e nipote, di 62 e 43 anni,...
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Tuttavia il problema esiste e gli incidenti a Gela e Viareggio degli ultimi dieci giorni ne sono la dimostrazione. Tanto che già lo scorso febbraio, in un'intervista rilasciata a Quotidiano, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, l'ingegner Giuseppe Bannardo, aveva lanciato l'allarme: «Abbiamo avviato una campagna di controlli specifica quindicinale. Ogni volta la media è di tre o anche quattro gestori multati». Nonostante la metanizzazione, nel Salento, abbia raggiunto una copertura quasi totale, le bombole di gas sono ancora molto utilizzate, soprattutto nelle case in campagna o al mare.
«Esistono dei centri autorizzati alla produzione e alla rivendita. Basta informarsi», le parole del comandante Bennardo, che spiega infatti come sia assolutamente vietato, oltre che pericoloso, ricaricare le bombole di gas. E invece spesso lo si fa servendosi ai distributori di benzina che rischiano multe da 5 a 10mila euro e la chiusura dell'attività e poi si trasportano in giro per il paese. A Nardò qualche mese fa una donna si accese anche una sigaretta nel tragitto. La bombola iniziò a perdere e per fortuna fu solo il parabrezza a saltare per aria. Ma lo scorso dicembre, ad Aradeo, una donna morì nella propria casa per questa ragione. I distributori di benzina che riempiono illegalmente le bombole si procurano cannule realizzate artigianalmente.
«Il serbatoio delle auto a gpl spiega l'ingegner Bennardo - ha una valvola di sicurezza che ne blocca il riempimento. Così non è per questo genere di recipienti: il liquido gassoso compresso all'interno non deve superare l'80 per cento del totale. E non è una percentuale su cui si può variare a piacimento. Quel 20 per cento di vuoto consente al gas di dilatarsi per effetto delle variazioni di temperatura, senza che si verifichino nella bombola pericolosi aumenti di pressione e possibili perdite. è un procedimento complicato che non può essere di certo affidato a chi si è fatto costruire un attrezzo illegale solo per fare soldi e non è neanche dotato di apposita bilancia. Inoltre, il trasporto di queste bombole per le strade dei comuni è un pericolo per tutti». La legge prevede una cauzione di cinque euro al momento del primo ritiro. Successivamente, nei centri autorizzati, si può - riconsegnando il recipiente vuoto - ritirare gratuitamente una bombola già piena oppure farsi restituire la cauzione. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia