Da Dakar ha preso un volo per Istanbul e da qui a Monaco di Baviera, per rientrare poi in Italia. E' libero, dopo mesi, Matteo Muci, 19 anni, marinaio di Leverano trattenuto...
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Bloccato su una nave a Dakar da un mese: «La droga a bordo è stata trovata e consegnata da noi, ora aiutateci»
Bloccato a Dakar sulla nave carica di cocaina: «Quella droga l'abbiamo trovata e consegnata noi, ora aiutateci»
Senza passaporto, costretti sulla nave loro malgrado e nonostante siano stati proprio loro, i marinai, a trovare e consegnare alle autorità la droga nascosta a bordo della nave sulla quale lavorano. E' questa la kafkiana vicenda che ha visto protagonista Muci e altri quattro italiani, bloccati da più di due mesi a Dakar, a bordo della “Grande Nigeria”. Il cargo è sotto sequestro dallo scorso giugno, quando i doganieri scoprirono che trasportava verso l'Europa circa otto quintali di cocaina. Trascorsi diversi mesi da quel sequestro, il rivenimento di un'altra partita di stupefacente, la consegna e la decisione delle autorità senegalesi di ritirare i passaporti anche al nuovo equipaggio, impedendogli di lasciare la nave e sorvegliandolo giorno e notte con telecamere e guardie di un'agenzia privata di security, la Bsi.
«Siamo in questa situazione dal 25 gennaio scorso - si era sfogato Matteo, allievo ufficiale di coperta, raggiunto per telefono dsa Quotidiano - e nessuno interviene per aiutarci. Siamo stati noi a rinvenire gli stupefacenti e consegnarli alle autorità, siamo tutti nuovi e siamo arrivati a Dakar in aereo, quando la nave era già ormeggiata nel porto e già sotto sequestro. Eppure non ci è consentito scendere a terra o tornare a casa, in Italia».
Ora il lieto fine e il rientro in Italia, dove Matteo dovrà comunque affrontare tutte le norme, restrittive, varate il 9 marzo per la pandemia da coronavirus. Ma casa è pur sempre casa. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia