Niente figuranti nella processione del venerdì santo, i cittadini fischiano i parroci. Sit in e striscioni contro la versione “ridotta” del corteo

La contestazione davanti a “San Domenico”. Ma dalla Chiesa (finora) niente marcia indietro

Clamorosa contestazione al vescovo della Diocesi di Nardò-Gallipoli, monsignor Fernando Filograna, e ai parroci della città da parte di decine di fedeli che...

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Clamorosa contestazione al vescovo della Diocesi di Nardò-Gallipoli, monsignor Fernando Filograna, e ai parroci della città da parte di decine di fedeli che protestavano per il ridimensionamento della processione del Venerdì Santo. È accaduto domenica sera in piazza San Domenico all’uscita della processione che doveva sancire la chiusura della visita pastorale del vescovo a Casarano.

Sit in di protesta 

Il sit-in di protesta, organizzato da un gruppo spontaneo di cittadini, è arrivato alla fine di un periodo di alta tensione tra la Curia cittadina e i fedeli che rivogliono la processione esattamente come era prima dell’emergenza Covid.
“Non toglieteci le nostre tradizioni”. Questo il testo dello striscione esposto davanti alla chiesa di San Domenico, posta sulla piazza omonima, domenica sera al raduno per la processione organizzata dalle parrocchie cittadine come chiusura della visita pastorale del vescovo. Quando il corteo religioso è partito sono iniziati i fischi e le contestazioni nei confronti del vescovo e dei sacerdoti, rei di aver accorciato l’itinerario della processione del Venerdì Santo, in programma il 7 aprile prossimo, e di aver eliminato i figuranti. Un fatto mai accaduto a Casarano. Càpita quando si vanno a toccare manifestazioni religiose molto sentite e radicate.

Il motivo della scelta


Una scelta che era stata già anticipata l’anno scorso e che i fedeli, nonostante le proteste e addirittura una raccolta firme su una piattaforma social specializzata, avevano assimilato senza clamore perché i parroci l’avevano giustificata sulla base delle norme anti covid. Ma l’emergenza sanitaria è finita e i fedeli pensavano che quest’anno la processione si sarebbe svolta nelle modalità pre-covid. Ma quando la Confraternita di Maria SS. Immacolata, organizzatrice della processione, ha ufficializzato l’itinerario e le modalità di svolgimento (percorso più corto da terminare entro 90 minuti e senza figuranti, come l’anno scorso) è esplosa la rabbia dei cittadini. I social sono stati invasi da centinaia di commenti e di proposte di boicottaggio della processione e di altre forme di protesta. In tanti hanno chiesto e proposto iniziative di protesta concrete, non solo commenti sui social. E così, in poche ore, un gruppo spontaneo di fedeli ha organizzato il sit-in ed è riuscito a incassare decine e decine di adesioni. Per evitare eventuali contestazioni, la curia cittadina ha cercato di rimediare, decidendo di allungare l’itinerario della processione e inserendo via Sciesa, una strada dove si crea un’atmosfera particolarmente suggestiva, ma rimanendo ferma sull’esclusione dei figuranti. Una proposta, però, che non ha evitato il sit-in di protesta davanti alla chiesa.


Le rivendicazioni sono chiare: ripristino dell’itinerario tradizionale e dei figuranti. E cioè: il Cristo che trascina la Croce (una vera e pesante croce di legno massiccio) rappresentato da un volontario con la barba e i capelli lunghi, vestito solo da una tunica bianca e scalzo; intorno a lui le persone che interpretano i soldati dell’esercito imperiale romano dell’epoca comandati da un centurione; infine, le “Pie donne”. Nonostante le contestazioni, ieri sul sito della confraternita è apparsa la locandina in cui si ufficializzano le norme organizzative. Non ci sono ulteriori concessioni ai contestatori, ma un richiamo ai fedeli i cui sguardi sono «spesso distratti da dispersivi ed effimeri interessi terreni».
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Quotidiano Di Puglia