OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Continui litigi e una serie di aggressioni e violenze tra le mura domestiche che sarebbero sfociate poi in un tentativo di bruciare viva la parente che li ospitava. Sono finiti in carcere, due uomini di nazionalità albanese, padre e figlio di 64 e 37 anni, arrestati dai carabinieri di Casarano, perché accusati di violenza privata, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. A far partire le indagini sarebbe stata l’anziana donna – da quanto messo nero su bianco nella denuncia sporta sabato scorso nella caserma dei militari – dopo essere sfuggita ad un’azione di vendetta organizzata dai due parenti.
Cosa è successo
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i due albanesi, ospitati in casa dall’anziana donna da diversi anni, sarebbe entrati in azione dopo l’ennesimo litigio.
La donna, che dopo l’ennesimo litigio aveva anche invitato i due parenti ad abbandonare la casa per il quieto vivere della famiglia, dopo essersi accorta della loro presenza nella stanza e della puzza di benzina, ha iniziato ad urlare e poi riuscendo a divincolarsi ha raggiunto l’esterno della casa, evitando così il tentativo di aggressione. Ancora sotto choc l’anziana ha chiesto aiuto agli altri familiari e poi ha chiamato i carabinieri. I militari hanno raggiunto l’abitazione e dopo le procedure di rito hanno arrestato i due albanesi in flagranza di reato. Informata l’autorità di giudiziaria sui fatti, per padre e figlio si sono aperte le porte del carcere leccese di Borgo San Nicola. Resta tuttavia in corso l’indagine dei militari di Casarano e nelle prossime ore anche i due arrestati potranno essere ascoltati per fornire la loro versione dei fatti. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia