Compra all'asta un capannonne, ma è occupato. Proprietario beffato

Compra all'asta un capannonne, ma è occupato. Proprietario beffato
Si aggiudica un immobile all'asta, ma lo trova occupato e a distanza di quasi un anno non può fruirne. Un 60enne di Melissano, imprenditore nel settore dei trasporti,...

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Si aggiudica un immobile all'asta, ma lo trova occupato e a distanza di quasi un anno non può fruirne. Un 60enne di Melissano, imprenditore nel settore dei trasporti, pur avendo diritto di godere della sua proprietà, non riesce a farlo per via di una lunga serie di ritardi e di mancate esecuzioni dei provvedimenti del Giudice.


I fatti partono a novembre 2019, quando l'uomo si aggiudica all'asta un capannone industriale di circa 3.600 metri quadri, situato sulla provinciale Casarano-Taviano. Versa la cauzione, e a febbraio dell'anno seguente paga il saldo stabilito dal Tribunale. Servono circa tre mesi per il decreto di trasferimento poi, a maggio, il Giudice conferisce all'imprenditore, assistito dall'avvocato Cristiano Portone di Melissano,  la piena proprietà dell'immobile. Il capannone viene così regolarizzato al catasto, ma, a quel punto, cominciano le sorprese: il 60enne viene a conoscenza, in primis, che l'ordinanza di vendita, disposta dal Giudice a dicembre 2019, non era stata eseguita dal professionista a questo delegato. La medesima situazione, poi, era accaduta dopo un altro mese: il 23 gennaio, il Giudice aveva ordinato un nuovo rilascio dell'immobile che, nemmeno stavolta, aveva avuto seguito. 

In sostanza, l'imprenditore paga regolarmente le tasse per l'immobile vinto all'asta ma non ne può usufruire perché è occupato da terzi. Nello stesso tempo, per poter parcheggiare i suoi dieci tir, è costretto a servirsi (e di conseguenza a pagare di tasca propria) di un altro piazzale. Oltre al danno anche la beffa. 


A inizio settembre, esasperato, l'imprenditore presenta una nuova istanza che produce il terzo provvedimento di liberazione dell'immobile, da parte del Giudice, datato 10 settembre. Ad oggi, però, nemmeno il terzo tentativo è andato a buon fine. Così l'uomo ha presentato un esposto in Procura per consentire alla Magistratura di accendere un faro sulla situazione, e, in particolare, sulle condotte di chi doveva eseguire i provvedimenti del Giudice, del debitore che ha subito l'esecuzione forzata (una srl con sede a Casarano) e, infine, della società conduttrice dell'immobile che lo usa in virtù di un contratto di locazione scaduto alla fine del 2018. Nel frattempo, le maggiori spese sostenute dall'imprenditore a causa dei ritardi ammontano a diverse migliaia di euro, considerando l'affitto di altri piazzali e l'impiego di più personale per eseguire operazioni legate all'attività che, con il nuovo capannone acquistato, sarebbero state più fluide ed economiche. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia