I retroscena del blitz con 14 arresti, lo spaccio come impresa e la paura dei sequestri: «Ho perso 80mila euro»

Una impresa a tutti gli effetti. Azienda fantasma addetta a un business non di poco conto. Soggetta a "bilanci" di fatto e con fattori di rischio da calcolare. Come gli...

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Una impresa a tutti gli effetti. Azienda fantasma addetta a un business non di poco conto. Soggetta a "bilanci" di fatto e con fattori di rischio da calcolare. Come gli interventi delle forze dell'ordine, i sequestri di droga e il danno quantificato in "80mila euro" nelle conversazioni intercettate.


A dolersi delle perdite subite a causa di interventi delle forze di polizia, nel corso dei quali erano stati eseguiti arresti e sequestri di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, sarebbe stato proprio Salvatore Perrone.

Le intercettazioni


«Sai quanto ho perso? - si legge in una conversazione - 80.000 euro ho perso!».
Dalla stessa chiacchierata si evince che le cose si sarebbero quindi messe "male", considerato anche il rischio di ulteriori interventi degli investigatori. Con la preoccupazione che non tutti i presunti sodali fossero in grado di adottare le stesse accortezze per sviare le indagini: «Il problema sai qual è - si legge ancora - che a me mi possono pedinare... anzi se mi pedinano mi fanno una cortesia che vedono... mi segui?... perchè io mi "guardo" di tutto! Il problema è quello che dicono gli altri... sulle macchine... sui telefoni... sulle cose».


«La conversazione - scrive la Procura - è di particolare valore indiziario in ordine alla contestazione del reato associativo poiché rivela il vincolo solidaristico tra i partecipi in forza del quale Perrone condivideva con De Marco e Pietanza l'informazione avuta da "quelli di Monteroni", indicati come Gabriele e Fernando, da idenitificarsi in Tarantino Gabriele e Fernando Nocera (altri elementi ritenuti di vertice del clan dei monteronesi, ndr) circa il fatto che gli interventi delle forze dell'ordine e le indagini nei loro riguardi erano conseguenti al " pentimento" di uno vicino a loro».


Pur escludendo ipotesi di mafia, e aggravanti connesse, i gip Sergio Mario Tosi sottolinea nel capitolo dedicato alle esigenze cautelari la caratura delle persone su cui si sono concentrate le investigazioni: «Appare evidente che trattasi di soggetti per i quali l'attività delinquenziale è assurta a vero e proprio sistema di vita e tanto rende particolarmente infausta la prognosi circa il pericolo di replica di reati analoghi».
R.Gra.
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Quotidiano Di Puglia