Primari, sforbiciata dell'Asl Lecce. E per la Facoltà di Medicina la didattica si svolgerà anche fuori dal Fazzi: coinvolti i piccoli presidi

Primari, sforbiciata dell'Asl Lecce. E per la Facoltà di Medicina la didattica si svolgerà anche fuori dal Fazzi: coinvolti i piccoli presidi
Forbici in azione negli ospedali e nei distretti socio-sanitari dell'Asl Lecce: si tagliano 10 unità complesse (attualmente guidate da primari) e 15 unità...

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Forbici in azione negli ospedali e nei distretti socio-sanitari dell'Asl Lecce: si tagliano 10 unità complesse (attualmente guidate da primari) e 15 unità semplici, mentre i Dipartimenti si allargano passando da 16 a 24. Sull'altra faccia della medaglia gli obiettivi: «la crescita di qualità ed efficienza del sistema sanitario salentino», dicono in Asl, con la prospettiva dell'apporto di ricerca che porterà in dote il corso di laurea in Medicina in predicato di essere avviato dal prossimo anno accademico con Unisalento. Con una novità: le attività di insegnamento e formazione coinvolgeranno anche gli ospedali periferici e non solo Lecce.


Non solo. Secondo il direttore generale dell'Asl Lecce, Rodolfo Rollo, i tagli previsti potrebbero essere riassorbiti: i primari potrebbero aumentare per effetto della legge numero 77/2020 che prevede un potenziamento del Servizio sanitario nazionale necessario ad affrontare il coronavirus e le altre pandemie che gli esperti prevedono possano svilupparsi in futuro.


I tagli, innanzitutto. Il piano di riorganizzazione dipartimentale fa l'elenco. Sforbiciate ai direttori di Fisica Sanitaria e Centro di Salute Mentale di Gagliano del Capo, e ai direttori di Reumatologia e Allergologia al Fazzi di Lecce. Ma il taglio riguarderà anche i direttori delle Farmacie degli ospedali di Casarano, Galatina e Copertino.
La delibera sarà firmata dal dg Rollo questa settimana e, successivamente, sarà integrata con l'inserimento del Dipartimento ospedaliero-universitario che sarà attivato a seguito della convenzione fra UniSalento e Asl. Un passaggio-chiave in vista della nuova facoltà. Lo spiega Rollo: «La Asl si dà questa organizzazione propedeutica a quello che potrebbe accadere nel momento in cui, con l'attivazione del corso di laurea in Medicina, nascere un Dipartimento misto, e cioè ospedaliero-universitario. Dobbiamo arrivare all'appuntamento organizzati perché con il corso di laurea in Medicina si fondono tre elementi che diventano consustanziali: l'assistenza, la didattica e la ricerca. Sono consustanziali perché non ci sarà ricerca senza assistenza, non ci sarà didattica senza assistenza e viceversa. In più la ricerca potrà diventare transazionale passando velocemente dalla ricerca pura all'assistenza. Nella convenzione sarà, poi, stabilito quanto tempo dedicheranno i professori universitari all'assistenza e quanto tempo alla didattica i medici ospedalieri. Abbiamo bisogno di un'organizzazione solida caratterizzata da reti di intervento che partono dalla prossimità dei luoghi di vita del paziente per arrivare all'hub del Fazzi». Un passo alla volta, dunque. «Un impatto epocale»: così definisce Rollo l'ingresso del corso di laurea in Medicina al Fazzi, ma le ricadute positive ci saranno anche per gli ospedali periferici.


«Con i Dipartimenti dobbiamo partire dal piano delle attività precisa Rollo per definire dove fare una cosa al posto e al momento giusto. È importante l'appropriatezza del ruolo di cura che si ribalterà all'interno delle strutture. Per questo ci sarà la differenziazione tra struttura complessa e di media complessità. Poi c'è un altro aspetto. Nel momento in cui partirà il corso di laurea in Medicina potranno essere clinicizzati anche reparti degli ospedali periferici che potranno entrare nella rete di insegnamento e ci sarà una ricaduta positiva per l'intero sistema ospedaliero salentino». La facoltà di Medicina, dunque, coinvolgerà anche altri presidi oltre a Lecce sua sede naturale.

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Dei 24 Dipartimenti al centro della riorganizzazione 5 sono già operativi: Prevenzione (direttore Alberto Fedele), Salute Mentale (direttore Serafino De Giorgi), Dipendenze Patologiche (Salvatore Della Bona), Ortopedico e Traumatologico (direttore Giuseppe Rollo), Medicina Fisica e Riabilitazione (direttore Antonio Antonaci). A questa articolazione dovranno aggiungersi i seguenti Dipartimenti: Cardiovascolare, Medico-Geriatrico, Medicine specialistiche, Nefrodialitico, Neuroscienze testa e collo, Oncologico, Chirurgia Generale e Specialistica, Ostetrico-ginecologico, Pediatrico, Emergenza e Urgenza, Diagnostica di Laboratorio, Diagnostica per immagini, Farmaceutico, Medicina immunotrasfusionale, Assistenza territoriale, Governo clinico, Gestione e controllo, direzioni amministrative ospedaliere, direzioni mediche ospedaliere.
Cosa cambia? Rispetto ai 142 reparti con a capo un direttore e quindi classificati come strutture complesse, previsti nelle precedenti riorganizzazioni del 2012 e del 2017 (mai portate ad effettivo compimento), se ne perdono 10 (8 rispetto alla riorganizzazione del 2018) per cui il numero complessivo sarà di 132, mentre quelle semplici saranno 106.


Il colpo d'accetta più deciso ci fu nel 2014, anche questa rimasta poi incompiuta, quando una delibera dell'allora direttore generale, Valdo Mellone, per organizzare in dipartimenti la Asl, declassò 20 direttori di reparto generando una serie di malumori anche tra chi si trovava ormai quasi alla fine della carriera. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia