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Quando è passato a miglior vita aveva un'età compresa fra i 5 e i 7 anni. E i suoi cari, per accompagnere il viaggio fino al regno dei morti, lo hanno sistemato in una piccola tomba insieme a vasi, uno strigile, utensili tipicamente in uso ai maschietti, a quell'epoca. La necropoli messapica di Alezio, nel Salento, ha restituito alla luce e alla cultura la tomba di un bambino vissuto 2.300 anni fa. Il ritrovamento è stato fatto a Monte D'Elia dai ricercatori dell'Università del Salento, insieme al Cnr, con il coordinamento del professore Giovanni Matronuzzi.
Del piccolo, vissuto circa nel 300 a.C., sono stati rinvenuti anche dei frammenti ossei, che consentiranno - insieme ai reperti trovati nei mesi scorsi in altre tombe - di ricostruire la sua storia, sfortunata, perché terminata anzitempo, ma che ha saputo resistere fino ai giorni nostri, per raccontarci di lui e del suo mondo antico. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia