Che vada di moda un rossetto rosso fuoco o rosa shocking, poco importa. E, per gli uomini, non importa neppure il proliferare di barbe di ogni foggia e lunghezza: quando si...
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Venti articoli per delineare il vigile perfetto, nel reprimere e sanzionare i comportamenti scorretti di chi scorazza lungo le strade della città, ma anche nel salutare la vecchietta che attraversa la strada o nell’offrire informazioni utili a turisti e cittadini che ne avessero bisogno. L’articolo tre, infatti, recita testualmente che «è fatto obbligo al personale di Polizia locale di mantenere un atteggiamento di cortesia nei confronti dei cittadini e astenersi dai comportamenti e dai contegni che possano arrecare danno all’ente e al servizio» ed è obbligatorio anche «corrispondere alle urgenze dei cittadini offrendo assistenza con disponibilità a quanti facciano richiesta di informazioni e indicazioni» e «promuovere interventi preventivi del disagio, del malessere e del degrado per garantire la vivibilità».
Non solo. Chi veste la divisa del vigile urbano ha l’obbligo di non fumare in servizio e di «salutare sempre la persona che lo interpella o a cui si rivolge». Perché il «saluto verso i cittadini, come verso le istituzioni, le autorità che le rappresentano, nonché verso i superiori in grado, è un dovere per gli appartenenti al Corpo».
Chi violasse questa norma, potrebbe essere punito con il rimprovero verbale o scritto fino al massimo della multa pari a quattro ore di retribuzione. Sono queste le sanzioni previste dall’articolo 18 del Codice per gli agenti indisciplinati o poco cortesi.
Dunque gentilezza e disponibilità - i cittadini mandino a mente - sono doveri inderogabili dei vigili urbani, che devono però rispettare anche dei criteri minimi di cura della persona. È “tassativamente” vietata, per esempio, «durante il servizio, l’applicazione di piercing visibili e, per il personale maschile, l’uso di orecchini». Gli agenti devono porre «particolare cura affinché l’acconciatura dei capelli, della barba e dei baffi, nonché i cosmetici da trucco, eventualmente usati dal personale femminile, siano compatibili con il decoro della divisa e con la dignità della funzione, evitando ogni forma di appariscenza». Niente undercut - per i meno avvezzi al mondo della moda, trattasi di rasatura di parte della chioma - e niente baffi a mustacchio, dunque, ma semplicità e sobrietà.
Poi c’è il capitolo “Regali e utilità”: guai all’agente che accettasse un dono per Natale o per la Pasqua. «È fatto divieto - infatti - chiedere per sé o per altri o accettare, anche in occasione di festività, regali o altre utilità», da un subordinato o da un sovraordinato e dai suoi parenti fino al quarto grado. E l’agente, così come non riceve, nemmeno può fare regali. E non soltanto ai suoi superiori e ai di loro parenti fino al quarto grado, ma anche ai/alle loro eventuali conviventi.
I disobbedienti sono avvisati: cortesia o sanzioni, al bando la vanità o pioveranno multe. Proprio su chi ogni giorno, blocchetto alla mano, ne commina decine agli indisciplinati automobilisti leccesi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia