Al bando trucco pesante per le donne e orecchini per gli uomini: ecco il Codice deontologico dei vigili

Al bando trucco pesante per le donne e orecchini per gli uomini: ecco il Codice deontologico dei vigili
di Paola ANCORA
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Giovedì 22 Ottobre 2015, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 16:33
Che vada di moda un rossetto rosso fuoco o rosa shocking, poco importa. E, per gli uomini, non importa neppure il proliferare di barbe di ogni foggia e lunghezza: quando si indossa una divisa è il decoro a venir prima di ogni velleità modaiola. E quindi al bando trucco forte, piercing, barba e baffi poco curati. Vietati anche gli orecchini per gli agenti maschi. Lo prevede il “Codice deontologico e di comportamento del personale di Polizia locale”, in vigore da ieri, quando la Giunta Perrone ha recepito il Regolamento regionale emanato il 18 aprile del 2014.

Venti articoli per delineare il vigile perfetto, nel reprimere e sanzionare i comportamenti scorretti di chi scorazza lungo le strade della città, ma anche nel salutare la vecchietta che attraversa la strada o nell’offrire informazioni utili a turisti e cittadini che ne avessero bisogno. L’articolo tre, infatti, recita testualmente che «è fatto obbligo al personale di Polizia locale di mantenere un atteggiamento di cortesia nei confronti dei cittadini e astenersi dai comportamenti e dai contegni che possano arrecare danno all’ente e al servizio» ed è obbligatorio anche «corrispondere alle urgenze dei cittadini offrendo assistenza con disponibilità a quanti facciano richiesta di informazioni e indicazioni» e «promuovere interventi preventivi del disagio, del malessere e del degrado per garantire la vivibilità».

Non solo. Chi veste la divisa del vigile urbano ha l’obbligo di non fumare in servizio e di «salutare sempre la persona che lo interpella o a cui si rivolge». Perché il «saluto verso i cittadini, come verso le istituzioni, le autorità che le rappresentano, nonché verso i superiori in grado, è un dovere per gli appartenenti al Corpo».

Chi violasse questa norma, potrebbe essere punito con il rimprovero verbale o scritto fino al massimo della multa pari a quattro ore di retribuzione. Sono queste le sanzioni previste dall’articolo 18 del Codice per gli agenti indisciplinati o poco cortesi.

Dunque gentilezza e disponibilità - i cittadini mandino a mente - sono doveri inderogabili dei vigili urbani, che devono però rispettare anche dei criteri minimi di cura della persona. È “tassativamente” vietata, per esempio, «durante il servizio, l’applicazione di piercing visibili e, per il personale maschile, l’uso di orecchini». Gli agenti devono porre «particolare cura affinché l’acconciatura dei capelli, della barba e dei baffi, nonché i cosmetici da trucco, eventualmente usati dal personale femminile, siano compatibili con il decoro della divisa e con la dignità della funzione, evitando ogni forma di appariscenza». Niente undercut - per i meno avvezzi al mondo della moda, trattasi di rasatura di parte della chioma - e niente baffi a mustacchio, dunque, ma semplicità e sobrietà.

Poi c’è il capitolo “Regali e utilità”: guai all’agente che accettasse un dono per Natale o per la Pasqua. «È fatto divieto - infatti - chiedere per sé o per altri o accettare, anche in occasione di festività, regali o altre utilità», da un subordinato o da un sovraordinato e dai suoi parenti fino al quarto grado. E l’agente, così come non riceve, nemmeno può fare regali. E non soltanto ai suoi superiori e ai di loro parenti fino al quarto grado, ma anche ai/alle loro eventuali conviventi.

I disobbedienti sono avvisati: cortesia o sanzioni, al bando la vanità o pioveranno multe. Proprio su chi ogni giorno, blocchetto alla mano, ne commina decine agli indisciplinati automobilisti leccesi.
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