LECCE - Sono le 8.30 del 20 marzo. Giornata di marzo vera, cielo screziato di nuvole dal bianco al grigio scuro su lembi di azzurro del Salento. Passo dal mare, da Casalabate per...
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Ma perché? Fornelli Indecisi è una iniziativa di una specie di Hobbit vulcanico che si chiama Pierpaolo Lala, uno scherzo da Facebook che si dilata fino a diventare un evento straordinario. Mettere in cucina dodici persone a misurarsi con la “cucina dozzinale” e a farsi giudicare da fior di giornalisti e una giuria popolare. Quando ci siamo iscritti pensavamo ad una goliardica giornata con un pugno di amici. Ci ritroviamo un paginone su Repubblica, 120 persone a tavola e fior di sponsor.
Perdersi d'animo nemmeno per un momento. Si va in cucina, bellissima e organizzata come una masseria Ospitale fa sospettare. Valeria comanda ogni cosa con un piglio straordinario ed è anche capace di pigliare. E poi c'è Sciuscio, faccia simpatica da massacratore testicolare e sorriso stampato che ti rende impalpabile la fatica. Con Adriano riusciamo a preparare tutto prima di tutti e abbandoniamo la sala operativa. Usciamo a chiaccherare e guardiamo la sala. Sedie, tavoli, posate, bicchieri, tovaglioli e anche lì ragazze e ragazzi con il volto pulito e sorridente. Si taglia il pane, si aprono le bottiglie, gli ospiti arrivano, la giuria s'insedia. Quella titolata e quella popolare, estratta a sorte tra i parenti dei partecipanti. Si succedono i piatti sul desco dei giudici, belli, buoni, allegri e ogni volta una storia e ogni volta una musica. Tre antipasti, Tre primi, Tre secondi e Tre dolci. Stomaco da struzzo si direbbe, ma è tutto talmente buono che non v'è sforzo e poi Don Pasta e PierPaolo riescono ad essere così “animanti” che non ci si può arrendere al sazio.
Le premiazioni chiudono una giornata nella quale ci siamo divertiti e abbiamo divertito. Una giornata nella quale abbiamo fatto gli auguri a Hossein per il suo capodanno persiano e dalla quale sono uscito molto stanco ma anche molto molto arricchito.
Dal Patìo della Masseria Ospitale si ammira un panorama che assegna al creatore un ruolo superrimo anche se la mano di qualche ignorante ha tracciato qualche scarabocchio di fili neri che spero qualche mano umana voglia cassare molto presto. Dalla cucina sono sortiti profumi e sapori di grande poesia, dai racconti dei protagonisti canzoni che i bardi canteranno per molti secoli a venire. C'è stato un premio per tutti, ma proprio tutti: poter dire io c'ero.
Legion d'onore a PierPaolo per l'idea, a Mimmo per le foto, a Osvaldo e Valeria per l'ospitalità, e a tutte le ragazze e i ragazzi della Masseria per l'energia e l'allegria. E a Manila perché le voglio bene.
I finalisti. Antipasti: Assunta Rugge, Trionfo della frittura di erbe e frutti di mare del Salento; Domenico Di Bari, fagotto di nonna Gaetana; Roberto Covolo, Natura Fritta. Primi piatti: Sara Massaro/Ileana Sciarra, spaghetti alle sarde a 4 mani; Piero Caroli, cime di rapa nel cuore; Hossein Arbabi, zereshkpolo ba morgh. Secondi piatti: Adriano Anglani, capretto (o agnello) con lampascioni e finocchio; Antonella Rucco, giallo carnoso; Pino De Luca, uovo con pomodori “scattarisciati”. Dolci: Daniela Vetrano, un pasticciotto al sole; Francesca Di Fazio, torta di dolci briciole; Delia Ciccarese, schiacchiatine di Corn Flakes.
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Quotidiano Di Puglia