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Dalle prime ore di questa mattina è in corso a Foggia un blitz contro il caporalato: 30 finanzieri del Gruppo di Foggia stanno eseguendo 4 ordinanze di custodia cautelare (arresti) nei confronti di altrettante persone indagate per intermediazione e sfruttamento del lavoro.
Le indagini
Le indagini sono state svolte in collaborazione con lo SCICO di Roma e il GICO del Nucleo PEF Bari e sono state avviate a seguito della denuncia di un cittadino extracomunitario che segnalava di aver lavorato, unitamente ad altri suoi connazionali nella raccolta delle olive, senza essere stato messo in regola e retribuito.
Lo sfruttamento
Avrebbero sfruttato centinaia di braccianti di origine africana, per lo più reclutati nel ghetto di Borgo Mezzanone ed impiegati in condizioni di lavoro degradanti nelle campagne del foggiano. Venivano pagati, secondo quanto calcolato dagli investigatori, appena 15 euro al giorno per 10 ore di lavoro complessive. I finanzieri del Gruppo del capoluogo dauno hanno arrestato quattro persone . I lavoratori, con turni di lavoro anche di oltre 10 ore, senza alcuno strumento di protezione individuale ed in ogni condizione meteorologica, percepivano, nella maggior parte dei casi, circa 15 euro al giorno, frutto di un pagamento «a cottimo»: poco più di un euro per ogni grosso contenitore di ortaggi lavorato; dalla paga giornaliera veniva decurtata una somma anche di 5 euro per il trasporto.
Sulla base del quadro indiziario raccolto, anche mediante intercettazioni telefoniche e documenti (brogliacci, appunti, «pizzini») rinvenuti nel corso delle perquisizioni effettuate mentre erano in corso i lavori nei campi, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto gli arresti domiciliari per il presunto «caporale» ed i gestori di 2 cooperative agricole, unitamente al sequestro del mezzo utilizzato e dell'illecito profitto conseguito.
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