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Un padre che muore è la terra sotto i piedi che ti manca all'improvviso. Ieri mattina Luigi Ippolito, 60enne pilota di Alidaunia dopo 20 anni da dipendente di Aliparma, è entrato nella stanza del figlio, ha tirato giù le tapparelle per lasciarlo riposare e si è premurato di rimboccargli le coperte: che si abbiano 5 o 50 anni, poco importa. Un padre, se hai freddo - nel letto come nella vita - ti copre. Poi s'è infilato in tasca le caramelle del suo ragazzo, ha dato un bacio alla moglie Ermelinda ed è andato al lavoro.
Il resto sono attimi di terrore e di attesa, la notizia dell'elicottero scomparso dai radar, il ritrovamento del relitto e delle vittime, del corpo di papà Luigi, volato via con le carezze che avrebbe voluto ancora dare a suo figlio Francesco, 28 anni, giornalista e collaboratore del nostro giornale. Lo strazio trabocca: «Non è giusto. Avevamo ancora tanto da fare insieme» ha scritto Francesco.
«La mia laurea alle porte, il mio futuro.
Il racconto dei parenti delle vittime
«Ho il cuore a pezzi in questo momento. Mio figlio era un ragazzo solare, la sua passione era il volo». Sono le parole, rotte dal pianto, di Francesco Nardelli, papà di Andrea, il copilota 39enne, deceduto ieri durante l'incidente. Andrea era un ragazzo «un po' chiuso, ma attento e legato alla sua famiglia, agli amici, alla natura, era un ambientalista, e a Lakita, il suo cane», tanto che «ci siamo visti la sera precedente, perché ha portato il cane a casa e ci siamo salutati», ha raccontato il padre, giunto sul luogo dell'incidente. Il giovane lavorava dal 2007 con Alidaunia, «società che non ha mai avuto un problema: sempre perfetta da tutti i punti di vista – precisa Nardelli -, purtroppo doveva succedere».
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Quotidiano Di Puglia