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Autunno caldo allo sportello e non solo per la tassa sugli extraprofitti .
Si riaccende il rischio bancario per la riapertura delle privatizzazioni (forzate) da parte del governo per fare cassa e integrare «una manovra prudente che non potrà fare tutto» (parole del Ministro Giancarlo Giorgetti). La nuova stagione ha riacceso il faro soprattutto su Banca Montepaschi, ri-statalizzata nell'autunno 2017 a seguito del fallimento dell'operazione di mercato da 5 miliardi per mancanza di investitori: il Mef concordò con Bce e Dg Comp una ricapitalizzazione precauzionale da 8, 1 miliardo. Di Mps il Tesoro ferma oggi il 64,2%, dopo l'aumento di capitale da 2,5 miliardi chiuso a novembre 2022 e da allora, l'istituto ha accelerato la ripresa. Come dimostra l'andamento del titolo: le nuove azioni furono collocate a 2 euro mentre il titolo è stabilmente sopra questo valore per una capitalizzazione di 3,3 miliardi: per lo Stato finora plusvalenza di 400 milioni. «Risolveremo senza farci dettare tempi da nessuno, tantomeno dalla fretta», ha detto Giorgetti da Cernobbio, frenando il pressing di Antonio Tajani e Adolfo Urso di «accelerare».
DOPPIO BOCCONE
A cominciare da Unicredit, dopo la trattativa di due anni fa, arenatasi perchè il Tesoro respinse l’ultima offerta di Andrea Orcel: acquisto di tutto il gruppo Mps e il Mef avrebbe dovuto dare una dote di 8,5 miliardi. Orcel adesso spiega agli investitori: «L’operazione non potrà creare valore a Unicredit». Ma fa capire, «con una eccezione»: se Banco Bpm muovesse su Siena e creare il terzo polo bancario. Ma Giuseppe Castagna, al di là della smentita di giovedì 31 agosto («no all’m&a, il futuro piano sarà stand alone») è consapevole che un’eventuale operazione su Mps lo esporrebbe a un rischio enorme: l’indebolimento delle azioni Bpm a causa del cambio di rotta dalla strada stand alone che gli sta fruttando il sostegno degli investitori per la crescita di redditività (1 miliardo di utile lordo a giugno, il miglior risultato di sempre), potrebbe riportare i titoli al livello del febbraio 2022, quando Unicredit studiava un’opa a 4,5 euro, valore che incorporava un premio del 12-14%. E creare un terreno propizio per ripetere l’assalto, questa volta comprando due (Bpm+Mps) al prezzo di uno. Castagna intuisce questo scenario mentre oggi il titolo viaggia attorno a 4,4 euro, soglia sicurezza. Terzo papabile Bper, che sta integrando Carige. Difronte a una mossa della banca controllata al 30% da Unipol & fondazioni, però Orcel non potrebbe ripetere il copione Bpm (public company) essendoci uno zoccolo duro in difesa: potrebbe negoziare l’acquisto di 200-300 filiali e far affluire cassa a Modena. A gennaio 2023, Giorgia Meloni si espresse per un terzo polo bancario attorno a Mps e di recente da Siena è stato rilanciato questo concetto: «Favorevoli a partecipare al terzo polo».
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