Due giorni per convincere la zona euro a sbloccare gli aiuti, presentando delle riforme accettabili, e quattro mesi per negoziare un nuovo programma di aiuti che sostituisca...
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Intanto il premier greco Alexis Tsipras festeggia quela che per la Grecia è la fine dell'austerità e telefona a Matteo Renzi per ringraziarlo per il ruolo svolto in queste ore a livello europeo. Ieri Renzi aveva parlato del lavoro di "cerniera" fatto dall'Italia e dal ministro Piercarlo Padoan.
Dopo l'Eurogruppo di venerdì, la diffidenza comunque resta molto alta. È stato difficile raggiungere un accordo, tutti hanno dovuto impegnarsi al massimo dentro e fuori la riunione: Draghi, Juncker, Dijsselbloem e lo stesso Tsipras, perché la situazione era troppo delicata e il suo ministro delle finanze Varoufakis non aveva il mandato sufficiente.
Italia e Francia hanno mediato, giocando un ruolo centrale che ha portato a un «successo storico», come lo ha definito Padoan. Ma il negoziato non è stato solo sulle questioni economiche. Molte discussioni sono servite per restaurare la fiducia incrinata dopo due Eurogruppi in cui diversi ministri hanno perso le staffe, e dopo un vertice europeo dove il premier spagnolo Mariano Rajoy era arrivato a sbattere i pugni sul tavolo, accusando Tsipras di voler cambiare tutte quelle regole che invece Spagna, Irlanda, Portogallo e Cipro hanno dovuto rispettare.
Il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble non ha ancora perdonato a Varoufakis lo scherzo dell'11 febbraio, quando tentò di cambiare il testo dell'accordo una volta che il tedesco era uscito dalla sala. Non a caso, i due più duri e più reticenti a firmare ieri sono stati proprio Schaeuble e lo spagnolo De Guindos.
Restaurare la fiducia non è cosa semplice, ed è ancora più difficile quando la diffidenza è politica. E siccome nessuno pensa a dare carta bianca all'unico Governo di sinistra europeo, l'intesa raggiunta non lascia molto spazio alla Grecia: sarà monitorata passo dopo passo in tutte le decisioni che prende, e non riceverà nemmeno un euro se le misure che prenderà non saranno approvate dall'Eurogruppo.
La prima tappa è lunedì, quando l'ex Troika dovrà valutare le prime misure che Tsipras avrebbe voluto varare già venerdì, ma non ha potuto per non irritare l'Eurogruppo in corso. Deve essere una lista
di misure in diverse aree, e quindi non saranno sufficienti quelle anti-evasione, anti-corruzione, o almeno non serviranno come coperture per le misure di sollievo alla popolazione che Tsipras ha
annunciato. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia