Con il voucher è meglio. È disponibile anche dal tabaccaio e vale 10 euro. Non è un caso che sempre più datori di lavoro ne acquistino per impiegare i propri addetti a titolo...
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Non c’è più freno. La diffusione del voucher è galoppante e penetra soprattutto nel settore del “commercio” che ne assorbe una quantità pari, in termini percentuali, al 18,2, sebbene la quota più rilevante della torta (28,2%) sia ascrivibile a non meglio classificate “altre attività”. Secondo il rapporto di Cna (elaborato sulla base di dati Inps), i voucher trovano sempre più terreno fertile anche nei servizi (14%), come anche nel turismo (12,3%), nelle manifestazioni sportive (9,1%), nel giardinaggio e nelle pulizie (7,6%). Resta invece stabile l’utilizzo nelle attività agricole (7,3%) e nei lavori domestici (2,6%).
Il Sud contribuisce non poco all’escalation dei voucher: «La media nazionale è di 6,4 voucher per ognuno dei 25.514.924 di italiani in età lavorativa. Sotto questo spartiacque - spiegano dalla Confederazione delle imprese artigiane - non solo tutte le regioni meridionali ma anche Liguria, Toscana, Lombardia e Lazio».
Tutti col voucher. Dai campi di pomodori ai bar, non c’è più distinzione. L’estensione nell’utilizzo di questo strumento a nuove categorie lavorative è alla base dell’aumento esponenziale registrato. Complice la crisi, tra il 2008 e il 2014, come detto, è cambiato profondamente anche il profilo di lavoratore destinato all’impiego “coperto” dal solo voucher: per età e per genere. Risultato? «Nel 2008 quattro su cinque erano maschi con un’età media vicina ai 61 anni. Le donne erano appena più giovani: avevano oltre 56 anni e mezzo. Quasi certamente pensionati. Nel 2014 l’età media si è abbattuta, calando a quasi 38 anni per gli uomini e a 34 anni e mezzo per le donne. Nel mercato dei voucher sono entrati i giovani e soprattutto le giovani. L’anno scorso – recita il rapporto di Cna - le donne hanno idealmente piantato una bandierina rosa, sorpassando gli uomini e arrivando a quasi il 52 per cento del totale. In sei anni sono cresciute 97 volte, gli uomini si sono fermati a 25».
La Confederazione delle imprese artigiane ne è davvero convinta: pur rappresentando, forse, una strumento utile in risposta alle esigenze dettate dalla crisi che ha abbattuto il tessuto produttivo nazionale, con effetti devastanti anche in Puglia, i voucher sono funzionali a una “mission” molto più ampia: «Prima di tutto – così spiega Cna - è uno strumento per assicurare ai privati la possibilità di “comprare” un aiuto per i piccoli lavori e per consentire alle imprese una flessibilità, quasi in tempo reale, utile a tappare improvvisi buchi organizzativi o a rispondere prontamente a picchi di attività. Nella totale trasparenza e correttezza fiscale, previdenziale, assicurativa. L’antitesi del “lavoro in nero”. Una offerta di legalità, accessibile a tutti, chiara e semplice, accolta con favore crescente da cittadini e imprese». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia