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I mercati lo hanno capito.
Le prospettive di un atterraggio morbido dell’economia stanno svanendo, mentre aumentano i rischi di recessione. In effetti, dice nella sua analisi Norman Villamin, Chief Investment Officer di Union Bancaire Privée, le probabilità implicite di recessione come quelle subite in occasione delle crisi del 2000, del 2008 e del 2020, si stanno nuovamente intensificando, seppure senza far presagire devastazioni come quelle del 1988 e del 2016.
FOCUS SULLA SOLIDITÀ
Cosa fare per proteggere il portafoglio? Anzitutto ci vuole cautela in relazione agli asset più rischiosi. Osserva Villamin: «Continuiamo a privilegiare la qualità sia nel reddito fisso sia nell’azionario». Perché «le società con bilanci solidi e un’elevata visibilità degli utili dovrebbero sovraperformare nei prossimi mesi futuro». Nello stesso tempo, «manteniamo l’asimmetria nei portafogli attraverso prodotti strutturati, hedge fund e opzioni put», dice l’analista di UBP.
OBBLIGAZIONI SOCIETARIE
In particolare, sul fronte obbligazionario, «continuiamo a preferire - prosegue Villamin - le obbligazioni societarie investment grade con duration breve e le strategie di hedge fund». Passando all’azionario, gli utili del secondo trimestre non sono stati negativi come molti investitori temevano, ma qualche revisione attesa per il 2023 suggerisce «un approccio cauto sulle azioni» con preferenza per «le aziende di alta qualità che hanno elevata visibilità sui flussi di utili». Gli hedge fund, infine, sono considerati particolarmente interessanti per generare rendimento extra nei mercati ad alta volatilità. «Abbiamo orientato una parte dell’allocazione dalle azioni long-short e dall’arbitraggio sul credito verso strategie macro globali e Cta per aggiungere un’ulteriore protezione ai portafogli», spiega l’esperto di UBP.
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