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Si è spenta a 93 anni la regista e documentarista Cecilia Mangini. Nata a Mola di Bari, ma vissuta prima a Firenze e poi a Roma, ha collaborato a lungo con il marito Lino Del Fra, tra le voci più autorevoli del documentario italiano. Ma anche con Pier Paolo Pasolini. Proprio per il centenario della nascita del Pci, si è tornati a parlare di uno dei lavori sul socialismo italiano, firmato con Del Fra e Lino Miccichè.
lI tema del Meridione è stato al centro dei suoi primi lavori prima che l'interesse per la politica la portasse altrove: All'armi siam fascisti!, il film del '62 che la portò alla Mostra del Cinema di Venezia e suscitò una serie di polemiche e un passaggio pesante alla censura.
Con Fata Morgana fu premiata a Venezia.
Fortissimo il suo rapporto con il Salento, iniziato nel 1960 con il documentario sui canti funebri della Grecìa, “Stendalì”, e ritrovato più recentemente grazie al Cinema del reale di cui è stata una sorta di madrina cementando la collaborazione con il regista Paolo Pisanelli, ideatore del festival.
I due nel 2020 hanno prodotto insieme il documentario “Due scatole dimenticate”, sulle immagini scattate dalla Mangini 50 anni prima, durante la guerra in Vietnam. Nel 2010 ha partecipato al film di Davide Barletti e Lorenzo Conte “Non c’era nessuna signora a quel tavolo” e nel 2013 al film “In viaggio con Cecilia”, della regista tarantina Mariangela Barbanente.
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