Cristicchi: «Troppa tecnologia, ma sarà l'arte a cambiare il mondo»

Cristicchi: «Troppa tecnologia, ma sarà l'arte a cambiare il mondo»
Sarà l’arte a cambiare il mondo, come sempre è successo. E lui tra musica, teatro e letteratura, da dieci anni sta lavorando per questo. E' tornato giorni fa in Puglia...

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Sarà l’arte a cambiare il mondo, come sempre è successo. E lui tra musica, teatro e letteratura, da dieci anni sta lavorando per questo. E' tornato giorni fa in Puglia Simone Cristicchi, alle Grotte di Castellana, nell’ambito della rassegna “Natale nelle grotte”, diretta da Eugenio Finardi, per portare il suo “Viaggi e storie di un fabbricante di canzoni”.


«È un resoconto di viaggio dei miei dieci intensi anni di carriera con tutti i percorsi paralleli che si riuniscono in una valigia, cioè questo spettacolo – spiega – e ci sono ricordi di teatro, musica, festival, ma anche libri, quindi letture e canzoni più conosciute arrangiate in un versione da camera, o nel caso pugliese direi meglio da “grotta”.

C'è anche un monologo che si intitola “A volte ritorno” e parla di Gesù che torna nel nostro mondo e vive una nuova Via Crucis 2.0, imbattendosi in un’umanità che lo lascia perplesso».

Cristicchi, se dovesse scegliere tre momenti importanti di questi dieci anni?
«L’Arena di Verona nel 2005, dove ho esordito alla finale del Festivalbar davanti a diecimila persone con “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” segnò l’inizio di tutto. Poi sicuramente Sanremo 2007 con “Ti regalerò una rosa”, perché lì ho avuto modo di mostrare la mia anima di narratore di storie in musica e anche di dare voce al mondo della malattia mentale, cosa che ricordo con soddisfazione. Ma tra i ricordi più importanti rientra l’incontro con la musica popolare alla Notte della Taranta. Arrivare a Melpignano da Sanremo è stato l’inizio di un percorso fuori dalle righe su un palcoscenico fondamentale per chi ama la musica popolare».

Che cosa le è rimasto di quell’esperienza?
«Ha sbalordito me e il coro dei Minatori con cui mi esibivo constatare il potere ancora oggi unificante di questa musica e come a Melpignano avvenga la magia di vedere i più giovani difendere le loro radici musicali, godere di questo ed esaltarsi come non succede altrove».
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Quotidiano Di Puglia