È rissoso, altroché se lo è. È irascibile, manesco. Non si può dire che sia un bell'uomo, è calvo, guercio da un occhio. E poi...
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Eppure, che lo crediate o no, un tipo così è amato. Tanto, tantissimo. Lo amano i bambini, lo amano gli adulti. Lo amano da 90 anni, tanti quanti ne ha compiuti il 17 gennaio scorso. Braccio di Ferro è il marinaio più amato del mondo dei fumetti, al di qua e al di là dell'oceano dove nacque nel 1929, partorito dalla matita del disegnatore statunitense Elzie Crisler Segar.
Fu un parto un po' così, in sordina. Segar lo battezzò Popeye, ma non era lui il figlio su cui puntava nella costruzione della famiglia che aveva in mente di creare. Anzi. Quel marinaio attaccabrighe doveva essere una pecora nera, abbastanza passeggera, che facesse da contraltare ai protagonisti della serie a fumetti che già da una decina d'anni disegnava e pubblicava, in forma di striscia giornaliera come si usava allora, sui giornali quotidiani. Si chiamava The Thimble Theatre quella striscia e ne era protagonista una buffa coppia di fratelli: il piccoletto Castor Oyl e la sua ossuta sorella Olive Oyl.
Ma si sa, il destino ha spesso trame imperscrutabili. E quel marinaio entrato in scena solo perché avrebbe dovuto accompagnare con la sua barca Castor Oyl in un viaggio in Africa alla ricerca della rara gallina fischione, con i suoi modi bruschi e la parlata sgrammaticata conquistò il pubblico dei lettori che non mancò di farlo presente. Fu così che Popeye scavalcò ben presto tutti gli altri personaggi del fumetto, tanto che Segar a un certo punto cambiò persino il nome della stessa serie che venne ribattezzata, appunto, semplicemente Popeye.
Conquistò i lettori, Braccio di Ferro, e non solo loro. Perché se quel marinaio è guercio da un occhio, l'amore - si sa - è completamente cieco. E il cuore di Olive (in italiano verrà ribattezzata Olivia, poiché la traduzione letterale Oliva sembrò troppo agreste), il cuore di quella ragazza molto più simile a una mazza di scopa che a una vera donna, quel cuore che fino ad allora aveva battuto per lo storico fidanzato Harold Hamgravy, fannullone e donnaiolo, presto cominciò a fare scintille per il burbero Popeye. E più questi la trattava male, più Olivia ne era innamorata. D'altro canto, bisogna dire, anche lei aveva un caratterino tutt'altro che riposante.
Le avventure del marinaio e della sua ragazza, così, sostituirono pian piano quelle del Thimble Theatre e se per un po' rimasero sulla scena anche alcuni dei primitivi personaggi, a partire proprio da Castor, presto essi lasciarono il posto a nuove figure destinate ad arricchire la saga di Popeye: la Strega del Mare (Sea Hag), l'avversario Bruto (Brutus), l'amico scroccone Poldo Sbaffini (J.Wellington Wimpy) gran divoratore di panini imbottiti, il figlioletto trovatello Pisellino (Swee'Pea), solo per citarne alcuni.
Con un pubblico di lettori appassionati sempre più numeroso, le storie si moltiplicarono, sia nel settore dei fumetti, dove le trame divennero più articolate e avventurose, sia in quello dei cartoni animati che ben presto vi si affiancò e i cui episodi seguivano spesso un identico canovaccio narrativo: quello degli scazzottamenti che vedevano ovviamente vincitore il protagonista, grazie all'aiuto dei suoi portentosi spinaci, la cui scatoletta spuntava nel momento cruciale dalla sua maglietta e che avevano il potere di donargli forza sovrumana.
Fu proprio l'abbinamento spinaci-forza sovrumana a dare a Braccio di Ferro ulteriore popolarità. Egli divenne ben presto l'idolo di molte mamme, che attraverso di lui speravano di poter convincere i propri figlioletti a mangiare la poco amata verdura, e soprattutto dei produttori e venditori di spinaci che videro incrementarsi i loro affari e che a un certo punto, per riconoscenza, gli dedicarono una statua nella città texana di Crystal City.
E proprio grazie agli spinaci Braccio di Ferro imparò forse l'unica regola di buona creanza della sua vita: nei primi cartoni animati, infatti, egli apriva con i denti la scatoletta contenente la verdura e questo scatenò le proteste delle associazioni dentistiche che temevano da parte dei piccoli spettatori un'emulazione dannosa per la loro dentatura. Così si decise che Popeye la scatoletta l'avrebbe aperta solo schiacciandola con la mano e facendone schizzar fuori il prodigioso contenuto.
Elzie Chrisler Segar non potè godere a lungo dei successi del suo figliolo: una grave malattia lo uccise nel 1938, a soli 43 anni. Popeye invece, si diceva, di anni ne ha compiuti 90 qualche giorno fa e continua a mangiar spinaci e a tirare pugni. E a chi gli chiede il segreto del suo successo e della sua longevità, ripete sempre la stessa frase: Io sono quel che sono e questo è tutto quel che sono. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia