Belle Arti, 60 anni d’età e un futuro tutto nuovo

Belle Arti, 60 anni d’età e un futuro tutto nuovo
«Nell’Accademia di Belle Arti di Lecce stiamo passando dalla fase dell’acquario, in cui i pesci rossi girano soli tutt’intorno, a quella del grande mare...

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«Nell’Accademia di Belle Arti di Lecce stiamo passando dalla fase dell’acquario, in cui i pesci rossi girano soli tutt’intorno, a quella del grande mare aperto. E il mare aperto è una grande sfida…».

Le parole sono di Nicola Ciracì, dallo scorso gennaio Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, arrivato con idee chiare: spalancare le finestre di questa istituzione, fare rete con altri enti, di formazione e non, dall’Università al Conservatorio, passando per Vescovato, Apulia Film Commission, imprese, banche, e poi il mondo intero per allargare il bacino di utenza studentesco. Insieme al nuovo Direttore, Nunzio Fiore, rappresentano la governance del nuovo “vento”, ma anche quella che nei prossimi giorni si troverà a celebrare il 60ennale della nascita dell’Accademia leccese.

La cerimonia si svolgerà giovedì 24 alle 18 nella sede di via Libertini 3 alla presenza dell’assessore regionale Sebastiano Leo, del direttore generale Mur Gianluca Cerracchio, del rettore Kastriot Caushi e del preside Artan Peqini dell’Università delle Arti di Tirana, di Maria Piccarreta e Simonetta Dellomonaco dell’Apulia Film Commission. In apertura Lectio Magistralis di Marinella Senatore

«Arriviamo al sessantesimo compleanno dopo essere diventati una sede designata dal Mur per il Premio Nazionale delle Arti 2022 – spiega Ciracì – non sarà solo una celebrazione quindi, malgrado siamo l’Accademia più antica della Regione Puglia, ma un momento di arrivo in cui si chiude un ciclo e se ne deve aprire un altro. Lo apriamo dal prossimo anno diventando sede del vivaio artistico di tutta Italia. Il Premio delle Arti infatti raccoglie tutte le arti delle accademie di tutta Italia e ogni anno si svolge in una sorta di città della cultura, ossia la sede che vince questa possibilità. Lecce, che non solo non lo aveva mai ospitato, ma non aveva mai neanche partecipato a questo premio, è stata la città prescelta per il 2022 grazie al nostro progetto innovativo “Created in Italy”...».

Spieghiamo?

«Tutti i giovani allievi, che sono il vivaio artistico e culturale del nostro paese, si concentreranno nel Mezzogiorno all’insegna del tema “Created in Italy”, dove le scienze umane e la tecnologia si incrociano e superano il concetto del Made in Italy, puntando alla creatività. Coinvolgeremo gli angoli più belli della città, mettendo in rete anche i palazzi che girano intorno alla nostra sede di Porta Rudiae e creando una situazione diffusa nel territorio, con il coinvolgimento delle Sovrintendenze, del Museo Castromediano, del Conservatorio di Sant’Anna, del Vescovato: saremo aperti a tutti, e mi auguro di coinvolgere anche le banche e Confindustria. Usciremo fuori dall’Accademia tentando di contaminare l’intera città, unendo la nostra bellezza con quella della città. Poi, in parallelo a questo premio che riguarda gli studenti, con Lecce città “Campus Open” metteremo in cantiere altre iniziative che coinvolgono il territorio e metteranno per la prima volta in rete quelle istituzioni creative che si parlano troppo poco».

Istituzioni… “creative”?

«Stiamo mettendo insieme le istituzioni di formazione terziaria, cioè Università del Salento, Accademia e Conservatorio per produrre insieme dei progetti: il primo è fare informazione e accoglienza degli studenti stranieri. Parlare di “Campus Open” significa presentare insieme un’unica proposta formativa per mostrare nel mondo quello che Lecce offre, che è tanto perché quella della formazione è l’impresa fra le più trainanti del territorio. Questo cambierà il passo: non più divisioni, ma rete e sinergie tra noi».

Fare rete per attrarre studenti internazionali a Lecce: c’è una tradizione di studenti dall’Oriente da noi.

«Sì, un numero che è arrivato intorno al 15 per cento degli iscritti ed è un valore cui teniamo molto: è scambio, contaminazione, ossigeno e anche economia. Ma nell’era post Covid è necessario lanciare un nuovo messaggio di ospitalità, offrire servizi reali perché tra tante sedi scelgano Lecce. Ad esempio cominciando dall’offerta di affitti calmierati per studenti stranieri, come hanno fatto a Venezia. Ormai guardiamo all’esterno, siamo aperti al mondo e questa è la grande differenza culturale oggi. Vogliamo preparare i giovani artisti ad entrare nel mondo del lavoro, puntando a far incontrare la tradizione con le nuove tecnologie. Non è un caso se ci stiamo aprendo al design e all’audiovisivo, e neanche che abbiamo scelto Marinella Senatore come ospite d’onore nella serata del sessantennale. Lei per noi è un grande esempio: ha studiato in Accademia e oggi porta nel mondo le luminarie salentine, realizzate dai nostri artigiani. Rappresenta quello che un artista può fare per un territorio, il processo virtuoso cui aspiriamo».

Ciracì, quando nomina imprese e banche, intende mecenatismo?

«Nell’ambito della formazione. Altrove in Italia le banche, le imprese e le Fondazioni investono sui corsi, sulle residenze artistiche e sulle mostre che servono a formare i giovani. Qui non accade, ma spero che sia il prossimo passo. Abbiamo un problema demografico: molti artisti under 30 potrebbero scegliere di andare via, perché altrove nel mondo c’è un welfare migliore e un mecenatismo importante. Per trattenerli qui è necessario rivitalizzare il brand Lecce e Salento: dare la possibilità di rimanere a fare tirocini o un apprendistato di alta formazione finanziati dalle imprese, un mecenatismo da legare alle Fondazioni bancarie, e anche a noi stessi. Dobbiamo unire tutte le forze per costruire un processo virtuoso per puntare sul vivaio under 30, aiutare i ragazzi ben formati a legarsi all’artigianato e alla piccola impresa locale rivitalizzando la produzione creativa in Italia. Pensiamo al restauro: noi sosteniamo fortemente l’idea del rettore Pollice, di un laboratorio di restauro diffuso, che è un settore fondamentale nel nostro territorio. Solo tutti insieme noi, con la Sovrintendenza e il Ministero della Cultura, possiamo riuscirci. E tra le nostre istituzioni è fondamentale il grande ruolo di Apulia Film Commission per il settore audiovisivo: saranno accanto a noi nella rete cui auspichiamo. Per questo giovedì diventeranno Accademici d’Onore Simonetta Dellomonaco, insieme alla Sovrintendente Maria Piccarreta».

Due parole sulla storica struttura dell’Accademia?

«Stiamo facendo un’operazione di bonifica e finalmente, insieme al Provveditorato alle opere pubbliche, sarà restituita alla città l’aula delle capriate all’ultimo piano, che era in totale abbandono, mentre con l’Ordine degli Architetti rilanceremo il restauro dello splendido giardino pensile per renderlo fruibile a tutti».

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Quotidiano Di Puglia