Truffa, «raggirata da falso avvocato e impresa, 115mila euro in fumo»: due condanne

Truffa, «raggirata da falso avvocato e impresa, 115mila euro in fumo»: due condanne
I suoi risparmi aggiunti al ricavo della vendita della casa affidati a due uomini qualificatisi come avvocato ed imprenditore, perché li investissero in un fondo svizzero....

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I suoi risparmi aggiunti al ricavo della vendita della casa affidati a due uomini qualificatisi come avvocato ed imprenditore, perché li investissero in un fondo svizzero. In tutto la somma di 115mila euro. Peccato che quell’investimento non fruttò nemmeno un centesimo. Anche perché - hanno detto l’inchiesta penale ed il processo di primo grado - non fu mai acceso. E peccato chi ci aveva sperato, una donna originaria di Torino, non avrebbe rivisto più quel denaro.

Questa storia è stata al centro del processo conclusosi nella tarda mattinata di ieri nel Tribunale di Brindisi. Con l’accusa di truffa in concorso e continuata, con l’aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità, sono stati condannati ad un anno di reclusione Nunzio Scolti, 66 anni, di Fasano, l’uomo indicato nel capo di imputazione (difeso dall’avvocato Pasquale Di Natale); e Tommaso Rossini, 58 anni, di Mola di Bari, l’uomo che si sarebbe presentato nelle vesti di avvocato per dare una parvenza di professionalità alla proposta di investimento, sebbene avvocato non lo era affatto (difeso dall’avvocato Rosario Cristini). 

La sentenza

Il dispositivo della sentenza della giudice onoraria Monica Pizza ha inoltre previsto una provvisionale di 30mila euro per la vittima costituitasi parte civile con gli avvocati Michele Galasso ed Ilaria Gravili. Tre mesi il termine indicato per depositare le motivazioni della sentenza che ha accolto la richiesta di condanna del vice procuratore onorario in rappresentanza dell’accusa dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Brindisi, Pierpaolo Montinaro. Si tratta della sentenza di primo grado - è bene ricordarlo - e dunque la condanna e le responsabilità attribuite agli imputati non sono definitive. Vale la presunzione di non colpevolezza fino al pronunciamento dell’ultimo grado di giudizio.

I fatti per come sono stati accertati nell’inchiesta ed accertati del processo, dicono che la truffa si sarebbe consumata a Fasano il 23 dicembre del 2016. Pretesto per convincere la donna ad effettuare l’investimento sarebbe stato quello di farla risultare nullatenente. Tanto le avrebbe consigliato il falso avvocato Rossini, alla luce della notifica di un avviso di conclusione delle indagini preliminari per reati che avrebbero potuto prevedere l’aggressione del suo patrimonio. Convinta di questo la donna versò i 115mila euro - indicato questo il capo di imputazione - sul conto corrente bancario di Nunzio Scolti. Destinazione della somma, una società svizzera. La somma invece di essere investita sarebbe stata trattenuta dai due imputati, lasciando la donna senza il becco di un quattrino.


Circostanza, quest’ultima, non condivisa dalla difesa. Se ne riparlerà in appello. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia