Tassa di soggiorno: è caos sull'utilizzo «Albergatori beffati e senza supporto»

La costa fasanese
FASANO - È sempre stato, negli ultimi anni, uno dei balzelli più contestati dagli operatori turistici fasanesi. L’imposta di soggiorno non pesa sulle tasche...

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FASANO - È sempre stato, negli ultimi anni, uno dei balzelli più contestati dagli operatori turistici fasanesi. L’imposta di soggiorno non pesa sulle tasche dei cittadini fasanesi ma su chi sceglie, invece, la città della Selva come meta di vacanza. È stata introdotta ormai da qualche anno ed avrebbe, almeno sulla carta, come finalità, quella di incrementare l'offerta turistica arricchendola di servizi.


Ma anche nel 2015, a leggere quanto riportato dalla rendicontazione di bilancio, poco è stato destinato a questi ultimi. Infatti, come era già accaduto nel 2014, gli oltre 400mila euro ricavati nel 2015 dall'imposta di soggiorno a Fasano sono stati destinati per lo più a contributi ad associazioni che organizzano eventi di caratura culturale e sportiva di carattere nazionale. Secondo i calcoli dovevano essere 500mila euro i soldi ricavati dall’imposta ma ne sono stati incassati 451.654 che sono stati così ripartiti: 6mila euro a servizi per la campagna di scavi ad Egnazia; 10mila euro contributo a Fasanomusica; 65.667,36 euro contributo a Teatro Pubblico Pugliese; 10mila euro contributo per la Fasano-Selva; 6.950 euro per spese partecipazione a fiere; 67.286,64 euro per spese manifestazioni turistiche; 15.000 euro contributo alla "Scamiciata"; 10.000 euro per spese di comunicazione; 5.280 euro per manifestazioni per la promozione del territorio; 13.000 euro di contributi ad associazioni per manifestazioni per la promozione del territorio; 28.000 euro per la mostra dell'artigianato; 25.000 euro per Fasano Jazz; 24.500 euro per spettacoli e attività culturali; 14.970 euro di cofinanziamento "Rotte Mare e Terra"; 150.000 euro per manutenzione ordinaria strade. Disattesi, quindi, nella maggior parte dei casi, gli impegni presi con gli operatori turistici per una serie di interventi mirati a migliorare l'offerta sul territorio.


E l’utilizzo fatto dell’imposta di soggiorno nel 2015 non ha mancato di suscitare polemiche tra gli imprenditori turistici. Tra questi Marisa Lisi Melpignano, proprietaria di diverse strutture extra lusso sul territorio. «Ancora una volta gli operatori turistici vengono presi in giro - ha dichiarato -. Mi piacerebbe sapere cosa è specificato nel calderone di ben 67.286 euro per un generico spese manifestazioni turistiche. Mi piacerebbe che ognuno dei candidati a sindaco della città proponesse nel suo programma chiaramente quali sono gli obiettivi su cui indirizzare l'importo versato dai nostri clienti per la tassa di soggiorno, che tanto faticosamente riusciamo con investimenti nostri personali a portare in questo territorio con una ricaduta non indifferente su di esso. Siamo noi che sguinzagliamo per il mondo i nostri Pr e siamo noi stessi che siamo presi di mira dalle lamentele di chi, arrivato nel fasanese, oltre i servizi delle strutture, non trova un territorio accogliente e curato Poi non ci lamentiamo quando elogiano e ritornano nei territori confinanti. Appena tornata dalla Spagna, facendo un paragone, mi sono vergognata di essere fasanese. Comunque non c'è bisogno di andare fino in Spagna, basta fare una passeggiata nei paese limitrofi i quali fanno di tutto, per attrarre il turismo, nonostante non abbiano la fortuna, che ci invidiano, di avere un polo di accoglienza di livello, che non è stato supportato grazie alla poca lungimiranza dei nostri politici e alle annose cattive amministrazioni». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia