A distanza di un anno si torna a parlare del caso del bimbo portato via da sua madre, una donna 35enne kazaka, che lo ha allontanato da Brindisi contro la volontà del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
“L’organo amministrativo - sostiene D’Attis - ha deciso che il padre potrà esercitare il suo diritto di visita soltanto in Kazakistan, alla presenza della madre, ipotesi purtroppo non realizzabile, visto che l’ex coniuge non consente al padre di vedere il bambino. Il padre ha presentato azione innanzi alla Corte minorile per il riconoscimento del diritto di visita”. Per cui il deputato ora chiede se i ministri siano a coscienza di questi fatti e quali iniziative intenderanno assumere affinché siano messe in atto le procedure per l’esecuzione della sentenza penale comminata alla madre del piccolo.
In questi anni la famiglia paterna del bambino ha tentato in ogni modo di raggiungere il piccolo. Da allora, è iniziata una battaglia legale, condotta per conto della famiglia dall’avvocato Pieluigi Morena dello studio Attis Legal, volta a riportare il bambino in Italia e che ha visto anche la condanna della madre a due anni di reclusione senza condizionale e alla sospensione della responsabilità genitoriale per il reato di sottrazione internazionale di minore e trattenimento all’estero, con sentenza emessa dal Tribunale di Brindisi. Ma a quanto pare la lunga battaglia legale non ha ancora sortito i suoi frutti, la famiglia attende ancora che il bambino sia riportato in Italia e affidato alle cure del padre così come disposto dai giudici. A parte questo aspetto il padre del bimbo non può neppure fare visita al bambino così come è suo diritto perché la moglie non lo consentirebbe. La famiglia paterna è angosciata per la salute del piccolo, nell’ultimo contatto avuto con il bambino, una videochiamata, dicono i parenti, il bambino appariva molto provato. Da allora è trascorso più di un anno e la preoccupazione cresce. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia