Sfida al blackout, una busta in testa per trattenere il respiro: 19enne rischia la vita

Sfida al blackout, una busta in testa per trattenere il respiro: 19enne rischia la vita
Ha rischiato la morte un diciannovenne fasanese portato venerdì sera all'ospedale San Giacomo di Monopoli, dopo aver messo in pratica un folle gioco. Si chiama Blackout...

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Ha rischiato la morte un diciannovenne fasanese portato venerdì sera all'ospedale San Giacomo di Monopoli, dopo aver messo in pratica un folle gioco. Si chiama Blackout Challenge, ma del nome ci sono altre varianti. Ed è un gioco pericoloso, molto pericoloso. Si tratta di una sfida tra ragazzi, che mette a rischio la vita di giovani che vogliono provare la sensazione dello svenimento. Consiste nel trattenere volontariamente il respiro per vedere cosa si prova a trovarsi sul punto di perdere i sensi.


Nello specifico, stando a quanto appreso, il ragazzo avrebbe messo in testa una busta di plastica, stringendosela in modo tale da non respirare. Prima dello svenimento si verifica un'alta concentrazione di anidride carbonica nel sangue e la mancanza di ossigeno porterebbe ad una sensazione di euforia, data in realtà da un rallentamento delle attività cerebrali. Il fenomeno si diffonde sul web e sui social ed è stato anche di recente trattato dalla nota trasmissione Le Iene con un servizio in tv, in cui si intervistava il padre di un ragazzo milanese morto a causa di questa pratica.
La morte non è intenzionale, ma è una tragica conseguenza dell'ipossia cerebrale, anche perché durante lo svenimento è possibile battere la testa, ferirsi o cadere con conseguenze, che se si è da soli, potrebbero essere fatali.

E in effetti anche il giovane fasanese è svenuto ed è caduto per terra battendo la testa. Non era da solo quando è accaduto, ma in compagnia dei suoi amici. Sono stati loro, accortisi della gravità della situazione, a chiedere aiuto e a chiamare i soccorsi.
Il ragazzo, dopo una prima visita al Punto di Primo intervento di Fasano, è stato portato poi al San Giacomo di Monopoli perché, in seguito a quanto accaduto, continuava a non stare bene. A Monopoli è stato sottoposto a tutti i controlli necessari per verificare che non ci fossero danni cerebrali. Al momento non si registrano persone indagate su quanto accaduto ma resta l'allarme per una vicenda che deve essere attentamente analizzata anche per evitare ulteriori emulazioni. Pass-out challenge, Scarf Game, Chocking game: sono gli altri sinonimi di questa sfida pericolosa che in rete sta purtroppo ottenendo una preoccupante viralità crescente.
Lo scopo di questo insano gioco è, come detto, quello di scoprire gli effetti di una momentanea e volontaria privazione di ossigeno. Impedendo a sé stessi di respirare per prolungati secondi e nelle maniere più disparate.

Ciò che rende ancora più semplice da realizzare questa delirante pratica è che online ci siano i modi più svariati per ottenere tale scopo. Tutorial con corde, buste di plastica, una miriade di oggetti casalinghi vengono coinvolti per tali finalità. Le ragioni per cui i ragazzi ci provino possono essere le più svariate. Dal voler simulare un atteggiamento impavido ed impressionare un coetaneo, fino al tentativo di emulazione o la curiosità. Senza contare una scarsa cultura del fenomeno da parte delle famiglie, che solo di recente stanno conoscendo la pericolosità di tale fenomeno virale.

In Italia si sono purtroppo già registrati dei casi di morte. A Roma, un genitore ha denunciato il possibile coinvolgimento di tale gioco dietro la morte del figlio, trovato impiccato ad un cavo della sua consolle senza apparente altre ragione. Il ragazzo aveva mostrato uno dei video al genitore. Altro caso in Lombardia, dove un 14enne è morto, trovato legato ad una delle corde che usava per arrampicarsi solitamente a scopo sportivo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia