Morì in cantiere, risarcimento da due milioni. Ma l'assicurazione non vuole pagare

Morì in cantiere, risarcimento da due milioni. Ma l'assicurazione non vuole pagare
Un maxi risarcimento da due milioni di euro per i familiari di Armando Penta, operaio di Oria, in provincia di Brindisi, che perse la vita mentre lavorava nell'ex stabilimento...

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Un maxi risarcimento da due milioni di euro per i familiari di Armando Penta, operaio di Oria, in provincia di Brindisi, che perse la vita mentre lavorava nell'ex stabilimento chimico "Tecnoparco" Pisticci Scalo in Basilicata: due milioni di euro, che però la compagnia assicurativa si ostina a non pagare, nel tentativo di giungere a una transazione per ridurre l'importo deciso dal Tribunale di Matera.

 

L'incidente

Era l'11 dicembre 2007. Penta, dipendente di MCM Spa, era intento con altri colleghi a smantellare l'ex complesso industriale, già chiuso da quattro anni. In particolare, l'operaio oritano stava smontando tubazioni e macchinari al quarto piano dell'edificio per poi gettarli al piano di sotto da una buca ricavatoa nella pavimentazione. Qualcosa, a un certo punto, andò storto e quando l'orologio segnava le 9 del mattino, dopo aver lasciato cadere giù un pesante pezzo di un macchinario dismesso, Penta precipitò a propria volta per sette metri nella buca e infine atterrò sul cumulo di rottami in ferro e acciaio che si trovavano ammucchiati al piano inferiore.

 

I processi

Da quella tragedia trassero origine due distinti procedimenti, uno in sede penale e l'altro in sede civile. I familiari chiesero giustizia per far luce sulle eventuali responsabilità del caso. Gli accertamenti disposti in sede giudiziaria consentirono di rilevare carenza nelle misure di sicurezza adottate: mancarono parapetti, imbracature, mezzi meccanici. Il giudice penale condannò il direttore generale e il capo cantiere della MCM Spa, oltre all'amministratore della Demolizioni Industriali Srl. In sede civile, successivamente, il Tribunale di Matera quantificò il danno patito dai familiari: due milioni di euro, appunto. La sentenza è passata in giudicato.

 

Il ritardo dell'assicurazione

La famiglia di Penta si affidò a Giesse Risarcimento Danni, primo gruppo del settore in Italia. E proprio Giuseppe Vacca, responsabile di Giesse Francavilla Fontana, denuncia oggi come in realtà l'assicurazione tardi a pagare la somma statuita dal giudice. MCM Spa, l'impresa di cui era dipendente Penta, fallì nel corso del procedimento; Demolizioni Industriali Srl, invece, che aveva appaltato il lavoro a MCM Spa, è a propria volta fallita ma dopo la pronuncia del Tribunale. In precedenza aveva sottoscritto una polizza con Unipolsai dal massimale pari a 5 milioni di euro. Le due imprese sono corresponsabili della morte dell'operaio, non avendo predisposto adeguate misure di prevenzione e sicurezza né vigilato, quindi la compagnia è tenuta a liquidare il danno. Unipolsai, però, tentenna e si ostina a prendere tempo. «Di recente la compagnia ha manifestato la disponibilità a pagare – conclude Vacca di Giesse Risarcimento Danni – ma, inspiegabilmente, vorrebbe pagare una cifra di molto inferiore a quella indicata dal tribunale. Ribadiamo, questa volta pubblicamente, il nostro fermo invito a Unipolsai a pagare subito, senza se e senza ma, quanto deciso dal Tribunale di Matera, senza protrarre ulteriormente questa già dolorosissima vicenda e la sofferenza provata dai familiari di Armando».

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Quotidiano Di Puglia