Morì in cantiere, risarcimento da due milioni. Ma l'assicurazione non vuole pagare

Morì in cantiere, risarcimento da due milioni. Ma l'assicurazione non vuole pagare
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Venerdì 6 Maggio 2022, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 20:25

Un maxi risarcimento da due milioni di euro per i familiari di Armando Penta, operaio di Oria, in provincia di Brindisi, che perse la vita mentre lavorava nell'ex stabilimento chimico "Tecnoparco" Pisticci Scalo in Basilicata: due milioni di euro, che però la compagnia assicurativa si ostina a non pagare, nel tentativo di giungere a una transazione per ridurre l'importo deciso dal Tribunale di Matera.

L'incidente

Era l'11 dicembre 2007. Penta, dipendente di MCM Spa, era intento con altri colleghi a smantellare l'ex complesso industriale, già chiuso da quattro anni. In particolare, l'operaio oritano stava smontando tubazioni e macchinari al quarto piano dell'edificio per poi gettarli al piano di sotto da una buca ricavatoa nella pavimentazione. Qualcosa, a un certo punto, andò storto e quando l'orologio segnava le 9 del mattino, dopo aver lasciato cadere giù un pesante pezzo di un macchinario dismesso, Penta precipitò a propria volta per sette metri nella buca e infine atterrò sul cumulo di rottami in ferro e acciaio che si trovavano ammucchiati al piano inferiore.

I processi

Da quella tragedia trassero origine due distinti procedimenti, uno in sede penale e l'altro in sede civile. I familiari chiesero giustizia per far luce sulle eventuali responsabilità del caso. Gli accertamenti disposti in sede giudiziaria consentirono di rilevare carenza nelle misure di sicurezza adottate: mancarono parapetti, imbracature, mezzi meccanici. Il giudice penale condannò il direttore generale e il capo cantiere della MCM Spa, oltre all'amministratore della Demolizioni Industriali Srl.

In sede civile, successivamente, il Tribunale di Matera quantificò il danno patito dai familiari: due milioni di euro, appunto. La sentenza è passata in giudicato.

Il ritardo dell'assicurazione

La famiglia di Penta si affidò a Giesse Risarcimento Danni, primo gruppo del settore in Italia. E proprio Giuseppe Vacca, responsabile di Giesse Francavilla Fontana, denuncia oggi come in realtà l'assicurazione tardi a pagare la somma statuita dal giudice. MCM Spa, l'impresa di cui era dipendente Penta, fallì nel corso del procedimento; Demolizioni Industriali Srl, invece, che aveva appaltato il lavoro a MCM Spa, è a propria volta fallita ma dopo la pronuncia del Tribunale. In precedenza aveva sottoscritto una polizza con Unipolsai dal massimale pari a 5 milioni di euro. Le due imprese sono corresponsabili della morte dell'operaio, non avendo predisposto adeguate misure di prevenzione e sicurezza né vigilato, quindi la compagnia è tenuta a liquidare il danno. Unipolsai, però, tentenna e si ostina a prendere tempo. «Di recente la compagnia ha manifestato la disponibilità a pagare – conclude Vacca di Giesse Risarcimento Danni – ma, inspiegabilmente, vorrebbe pagare una cifra di molto inferiore a quella indicata dal tribunale. Ribadiamo, questa volta pubblicamente, il nostro fermo invito a Unipolsai a pagare subito, senza se e senza ma, quanto deciso dal Tribunale di Matera, senza protrarre ulteriormente questa già dolorosissima vicenda e la sofferenza provata dai familiari di Armando».

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