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Ancora un testimone chiave nel processo di primo grado che sta stabilendo se i fratelli Cosimo ed Enrico Morleo, 58 e 57 anni, furono rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale degli omicidi di Salvatore Cairo (36 anni, ucciso il 6 maggio 2000) e di Sergio Spada (46 anni, ammazzato il 19 novembre 2001). Nell’aula Metrangolo del Tribunale di Brindisi stamattina è stata esaminata la donna che a gennaio dell’anno scorso convinse il suo compagno a svelare l’atroce segreto custodito per 22 anni: il 6 maggio del 2000 - dicono questo le carte dell’inchiesta - vide ammazzare Cairo sotto i suoi occhi.
Al coraggio di questa coppia hanno fatto da contraltare i continui “non ricordo” dell’ex socio di Spada, Rino Urso, richiamato a più riprese dal presidente della Corte d’Assise, Maurizio Saso (a latere Simone Orazio e la giuria popolare) a ricordare di essere un testimone sotto giuramento.
Le parole
«L’ho visto che lo uccise, era per terra.
Cosa vide quell’uomo, appena ragazzo il 6 maggio del 2000 nel capannone dell’azienda dei Morleo dove sarebbe stato ammazzato e fatto sparire Salvatore Cairo? «Mi disse di avere visto agire Enrico Morleo», ha riferito la donna rispondendo alla richiesta di chiarimenti arrivata dal presidente della Corte d’Assise.
Riuscire a svelare quel terribile segreto celato per oltre 20 anni non è stato affatto facile, ha fatto capire la testimone raccontando cosa accadde al compagno fra un ascolto ed un altro in quei giorni di via vai dalla Questura e dalla Procura: «Dopo la prima convocazione in Procura tornammo a casa in auto e ci confrontammo. Lui lì per lì negò di avere visto qualcosa. E gli credetti. Tuttavia nei giorni successivi notai dei cambiamenti nei suoi comportamenti: spesso si coricava, restava in silenzio, si era chiuso in se’ stesso. Non era lui, lui che è sempre socievole e spiritoso. Per di più non mangiava. Continuavo a chiedergli se c’era qualcosa che doveva dirmi, poi un giorno mi chiamò dal bagno: piangeva, a voce bassa mi confessò di avere assistito all’omicidio. Aveva il timore di trovarselo davanti casa. Quando andammo in Questura, davanti all’ufficio disse: mi devo liberare, togliermi un peso».
Si torna in aula il 10 ottobre. A difendere gli imputati gli avvocati Elvia Belmonte, Luca Leoci e Giacinto Epifani. La moglie dell’imprenditore Sergio Spada, Paola Annicchiarico, i figli Marco e Mattia, ed il fratello Raffaele sono assistiti dagli avvocati Emanuela Sborgia, Maurizio Scardia ed Oreste Nastari. Per Cairo, la moglie Elvira Stano, la sorella Anna Cairo ed il fratello Sebastiano Cairo dagli avvocati Vincenzo Farina, Karin Pantaleo e Giuseppe Guastella. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia