Maggiore dei carabinieri morì durante la gara di tiro: indagati i responsabili del poligono

Maggiore dei carabinieri morì durante la gara di tiro: indagati i responsabili del poligono
ORIA - Sette persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per la morte di un ufficiale dei carabinieri, il maggiore Gianbruno Ruello, ferito...

Continua a leggere con la nostra offerta speciale:

X
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
19 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
99,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ORIA - Sette persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per la morte di un ufficiale dei carabinieri, il maggiore Gianbruno Ruello, ferito all’interno di una struttura di Oria il 28 maggio 2016 durante una gara di tiro dinamico con armi da fuoco. Ruello fu colpito alla nuca e morì il giorno successivo all’ospedale Perrino di Brindisi, dove era stato ricoverato in gravi condizioni. Era originario di Taranto e prestava servizio a Bari.

Sono imputati e compariranno dinanzi al giudice monocratico per il processo il presidente dell’associazione sportiva, Francesco De Pace, il vice presidente Graziantonio Prudentino, tre consiglieri, Francesco Tancredi, Salvatore Castellana e Alfonso Passiante, Cosimo Leone, responsabile degli arbitri, e Pietro Apuzzo, ritenuto “l’esecutore materiale del reato”, verificatosi a causa di negligenza, imprudenza e imperizia.
Secondo quanto ipotizzato dal pm Raffaele Casto non vi fu valutazione da parte di tutte le persone coinvolte del rischio “elevatissimo” derivante dall’assenza di protezioni per persone che, presenti nel poligono, si trovassero nelle vicinanze di chi esplodeva colpi d’arma da fuoco. Il pm ha rilevato una carenza di sicurezza nella gara. I colpi partirono da una pistola semiautomatica 9x21. I famigliari si sono costituiti parte civile al fianco degli avvocati Massimo Manfreda e Sabrina Conte. 
  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia