Col marito malato di Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, terminale e in fin di vita, morto 5 giorni fa, A.D.P., una 65enne brindisina affetta da un carcinoma papillare alla...
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Nel novembre scorso - racconta la donna - mi sono sottoposta a una biopsia a Bari i cui risultati, resi noti a gennaio, hanno sentenziato la presenza di una carcinoma alla vescica. Dopo l'operazione per l'asportazione della massa, ad aprile, i professori di urologia del Policlinico hanno messo a punto la chemioterapia cui mi sarei dovuta sottoporre: 6 lavaggi vescicali, uno a settimana, con un farmaco chiamato Bcg. Le condizioni di mio marito, malato da 8 anni di Sla e immobilizzato in un letto, non mi permettevano di recarmi una volta a settimana nel capoluogo di regione e così ho chiesto se ci fosse la possibilità di poter effettuare la chemio a Brindisi». La risposta dei sanitari baresi è stata positiva e la 65enne è tornata a Brindisi con tutti gli incartamenti necessari a presentarsi allo stesso reparto del Perrino, una volta a settimana per due mesi, per affrontare i cicli di chemio prescritti, rimanendo vicina a suo marito.
«La prima settimana, mi sono presentata in reparto nel giorno e all'orario concordati e tutto è filato liscio: ho fatto la terapia e sono rientrata a casa, secondo programma. I problemi sono cominciati dalla seconda seduta: in reparto mi è stato detto che il farmaco non era disponibile e non ho potuto ricevere il lavaggio come previsto». La donna, però, ha pensato di poter recuperare la sessione persa e si è ripresentata la settimana successiva: il copione, però, è stato lo stesso, il farmaco non c'era. Nelle successive settimane, la 65enne, in tutto, è riuscita a sottoporsi alla terapia solo 3 volte sulle 6 previste.
Ieri mattina, l'epilogo: giunta in ospedale per un altro lavaggio, sentendo un'altra volta che il Bcg non c'era, la donna si è rivolta alla direzione sanitaria dell'ospedale. «Sono andata su tutte le furie perché ho chiamato il Policlinico di Bari per raccontare quanto stava accadendo: i medici baresi, ascoltando lo svolgimento dei fatti, mi hanno detto di lasciar perdere le tre sessioni rimanenti poiché se il cronoprogramma che prevede un lavaggio a settimana non è stato rispettato, la terapia è inefficace e si rischia solo di perdere tempo prezioso. A quel punto non ci ho visto più: sono vedova da 4 giorni e ho un carcinoma a elevato grado di malignità e, per di più, vengo trattata così. Sono molto arrabiata, per usare un eufemismo».
In reparto, a Brindisi, i medici hanno confermato l'assenza del farmaco e, alla fine, si è trovato il modo per sottoporre la 65enne a una cistoscopia in tempi molto più rapidi rispetto alle attese medie. «Questo esame - afferma la donna - sarà l'ultima cosa cui mi sottoporrò al Perrino: con i risultati in mano me ne andrò a farmi curare a Bari, sperando che questa storia non mi costi un altro e più invasivo intervento. Ora che mio marito purtroppo non c'è più ho la possibilità di rimanere anche di notte a Bari per ricevere quelle cure che nella mia città mi sono state negate e che potrebbero provocarmi seri danni, se non qualcosa di peggiore».
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Quotidiano Di Puglia